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La gara
10 Aprile 2025 - 13:50
Un momento di Sanremo 2025
Il punto di non ritorno di un rapporto che sembrava inscalfibile, quello tra Rai e il Comune di Sanremo è stato scritto ieri quando sulla pagina istituzionale della cittadina ligure è apparsa - nella sezione "Amministrazione Trasparente" ("Bandi di gara e contratti") - "la manifestazione di interesse per l'individuazione di un partner per l'organizzazione e la trasmissione in chiaro del Festival della Canzone Italiana con concessione dei relativi marchi registrati di denominazione". In sostanza, il fatidico bando alla ricerca del broadcast responsabile della messa in onda del Festival di Sanremo per il prossimo trienno 2026-2028.
La procedura è in due parti e presenta anche dei colpi di scena: la prima selettiva riguarderà la pubblicazione di un avviso pubblico per individuare il partner, la seconda negoziale consentirà di negoziare i termini finali della convenzione con il partner scelto. "Decorrono da oggi (ieri) i 40 giorni fissati presentare il progetto".
Potranno partecipare alla procedura “solo gli operatori economici fornitori di servizi di media audiovisivi a diffusione nazionale in chiaro, titolari di un canale generalista nazionale e che possiedano dimostrate capacità di organizzazione di eventi di particolare rilevanza”.
L’operatore con cui procedere alla fase negoziale sarà individuato sulla base dell’analisi dei progetti presentati in ragione di alcuni elementi quali “la qualità artistica, la congruità della complessiva proposta artistica rispetto al profilo culturale storicamente assunto dal Festival, la capacità di valorizzare la kermesse, i marchi ‘Festival della Canzone Italiana’ e ‘Festival di Sanremo’”.
Il partner dovrà riconoscere al Comune un corrispettivo non inferiore a 6,5 milioni all’anno, oltre a una percentuale non inferiore all’uno per cento su tutti gli introiti derivanti dai proventi pubblicitari e dallo sfruttamento dei marchi concessi.
Ma, se tutto deve cambiare per rimanere uguale, ecco spuntare nel bando la clausola che andrebbe a tutelare Rai, il colpo di scena che nessuno si aspettava: "se l’emittente dovesse registrare ascolti inferiori di oltre 15 punti rispetto alla media delle ultime cinque edizioni, infatti, il Comune potrà revocare l’incarico. Considerate le cifre da capogiro raggiunte dal Festival (numeri vicini anche al 60% di share), l’asticella rischia di essere troppo alta sia per Discovery che per Mediaset.
Se le cose fossero così, Torino perderebbe la possibilità di essere il piano B per la Rai magari con un festival tutto nuovo. Comunque la partita è ancor aperta.
Pubblicato il bando, non è tardata ad arrivare la critica da parte dei discografici secondo i quali “Il Comune di Sanremo non considera assolutamente il ruolo della discografia che con investimenti e contenuti consente al festival di prosperare e generare ricavi”, ha contestato Enzo Mazza, ceo di Fimi.
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