Cerca

Social, società

La guerra invisibile dei social: il pensiero critico è in estinzione?

Tra slogan vuoti e contenuti fotocopia, i social stanno trasformando il pensiero critico in un ricordo lontano

La guerra invisibile dei social: il pensiero critico è in estinzione?

C’è una guerra silenziosa che si combatte ogni giorno sui social. Niente bombe, ma una valanga di post, slogan e contenuti tutti uguali. È una guerra che non si vede, ma che colpisce duro: ci rende meno critici, meno curiosi, più dipendenti.

I social nascono come strumenti di comunicazione, ma sono diventati fabbriche di omologazione. Tutti parlano nello stesso modo, pensano le stesse cose, reagiscono con gli stessi commenti. Il pensiero libero? Intrappolato in un feed senza fine.

Persino la politica si è piegata al linguaggio social, con frasi che sono diventate virali come "I poveri mangiano meglio dei ricchi", "l'abuso dell'acqua fa male". Frasi che fanno il giro, che si diffondono e chi ha poca cultura e poco spirito critico rischia di rimanere disorientato.

In Europa, è stato proposto uno “zaino salvavita delle 72 ore” per prepararsi a possibili emergenze, questo è simbolo di un mondo che preferisce gli slogan alle spiegazioni. Per fortuna, voci come quella di Barbara Spinelli ci ricordano che dietro certi messaggi si nascondono verità inquietanti.

Ma c’è una speranza. Se anche i social-dipendenti iniziano a leggere testi come il Manifesto di Ventotene, farsi domande e darsi delle risposte, allora forse non tutto è perduto. Il primo passo? Spegnere lo scroll infinito e tornare a pensare davvero.

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Logo Federazione Italiana Liberi Editori L'associazione aderisce all'Istituto dell'Autodisciplina Pubblicitaria - IAP vincolando tutti i suoi Associati al rispetto del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale e delle decisioni del Giurì e de Comitato di Controllo.