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Palcoscenico
28 Aprile 2025 - 17:15
Valentina Picello e Fausto Cabra, alias Maggie e Brick
«Per i costumi abbiamo preso a riferimento le feste della Trump Power e anche il personaggio del padre, il ricchissimo Big Daddy, lo abbiamo immaginato come un Trump dei primi anni Sessanta». È una versione quasi trumpiana quella firmata da Leonardo Lidi de “La gatta sul tetto che scotta” di Tennessee Williams, lo spettacolo che debutta martedì 29 aprile (ore 19,30) in prima nazionale al Teatro Carignano di Torino nella nuova traduzione di Monica Capuani (in replica fino all’11 giugno).
«Una versione che parla della contemporaneità, del sovranismo – sottolinea il regista– qui non ci sono storie d’amore, baci appassionati, come in certe rappresentazioni che sono state fatte dell’opera, travisandone il messaggio e facendo infuriare il suo autore. Questa è una storia violenta, drammatica, è la parodia della famiglia».
Dopo “Lo zoo di vetro”, il regista residente del Teatro Stabile di Torino torna al drammaturgo americano con quel testo che gli valse il premio Pulitzer nel 1955 come Best Drama e diventato un film cult con Elisabeth Taylor e Paul Newman. A vestire i loro panni, in questa produzione del Teatro Stabile di Torino e del Teatro Stabile del Veneto, sono Valentina Picello e Fausto Cabra, alias Maggie e Brick. Con loro Orietta Notari, Nicola Pannelli, Giuliana Vigogna, Giordano Agrusta, Riccardo Micheletti, Greta Petronillo, Nicolò Tomassini.
Per rappresentare la storia della famiglia Pollitt, una ricca famiglia del Sud degli Stati Uniti che vive una profonda crisi di fronte all’imminente morte del padre, Big Daddy, malato inconsapevole di cancro, Lidi sceglie una distesa di marmo. «È una distesa che ricorda un po’ una lapide – spiega -, vuole rappresentare la chiusura di questa famiglia, della sua mentalità, la sua incapacità di avanzare».
«Lo sai come mi sento? Come una gatta su di un tetto di lamiera rovente». È la frase pronunciata da Maggie che dà il titolo all’opera. E su quel tetto Maggie, disprezzata e ignorata dal marito, diventato alcolista per la perdita di Skipper il suo più caro amico, morto suicida per l’amore inconfessato tra i due, cercherà di rimanere il più a lungo possibile per non perdere la posizione sociale che ha acquisito sposandolo.
«Il testo – è ancora Lidi - ci può aiutare oggi a considerare quanto siano lontane dal progresso naturale le forzature della famiglia tradizionale e le esternazioni sull’assonanza donna/madre. Quando ho sentito dire da una senatrice della Repubblica che la donna che deve sentirsi realizzata solo in quanto madre ho deciso di rispondere con Tennessee Williams».
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