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Teatro

Rita Pavone: "Sì, Antonio Banderas perse la testa per me: adesso vi racconto tutto..."

L'interprete torinese domenica 11 maggio al Colosseo con “Un piede nel passato e lo sguardo dritto aperto al futuro”

Rita Pavone

Tutta la grinta di Rita Pavone

La nostra Cher, la diva diventata star poco più che bambina e che il passare del tempo non riesce a scalfire. Rita Pavone non poteva scegliere titolo migliore per tornare dal vivo nella sua Torino di quel “Un piede nel passato e lo sguardo dritto aperto al futuro”, preso in prestito da “A muso duro”, il brano capolavoro di Pierangelo Bertoli che compie quarant’anni. Sarà un omaggio al cantautore scomparso vent’anni fa lo spettacolo che andrà in scena domani al Teatro Colosseo, dove Rita si racconterà accompagnata dal giornalista, storico e conduttore Carlo Massarini, ma sarà anche un modo per ritrovare la sua gente, gli amici e parenti, i luoghi e le storie che non l’hanno mai abbandonata.

«Una storia che inizia da adolescente quando i miei genitori (papà Giovanni, operaio e mamma Maria, casalinga, ndr) mi hanno tolto da scuola e mi hanno mandata a stirare in una lavanderia di piazza Madama Cristina», racconta.

Allora abitava in zona San Paolo...

«Sì, poi ci trasferimmo nelle case popolari Fiat. Io ero così piccola che per stirare usavo una pedana, salivo e scendevo da lì come se fosse stato uno step, praticamente ho inventato io quello sport...».

È una delle star italiane di maggior successo, ha conosciuto fama, denaro, amore, eppure non ha abbandonato la sua semplicità.

«Ho avuto la fortuna di capire cos’è il vivere e il significato di lavorare. Poi, da un momento all’altro tutto è cambiato».

Ci racconti...

«Sognavo di cantare ma dopo mille provini persi le speranze. Fu mio padre che mi iscrisse ancora a un concorso e vinsi con “La partita di pallone”. Da lì, mi prese sotto la sua ala Rca e tutto cambiò per sempre».

Anche dal punto di vista della sua vita privata perché arrivò lui: Teddy Reno.

«Abbiamo lottato duramente all’inizio, papà era fuori di sé, quando gli chiese la mia mano lo spinse così forte che cadde e si ruppe il braccio. Nessuno credeva in noi, dicevano che la nostra storia sarebbe durata il tempo di una canzone e invece siamo sposati da 57 anni».

Esiste una sua erede?

«Angelina Mango, lei grinta ce l’ha anche se non deve farsi sopraffare da altre cose».

Non sta passando un periodo facile...

«Sì, ma spero che ritrovi se stessa, che impari a dividere il lavoro dalla vita privata, se posso darle un consiglio. Deve ritrovare la serenità interiore e circondarsi delle persone giuste».

Anche lei da giovanissima non ebbe periodi facili, mi riferisco agli atti di bullismo.

«Sì, si chiama body shaming, ma io lo chiamo body scemi. Non ho mai dato troppa importanza al fisico, io faccio la cantante. E, inoltre, se punti tutto sul corpo devi mettere in conto che prima o poi ceda, ma non è il mio caso, non ho mai puntato su quello».

E, diciamola tutta, di corteggiatori illustri ne ha avuti non pochi...

«Sì, lo ammetto. L’ultimo si è palesato poche settimane fa in Spagna dove sono stata per un’ospitata e si tratta di Antonio Banderas. C’è anche un video che ho postato su una story, disse che da ragazzo era pazzo di me».

Lo spettacolo e poi il Salone del libro?

«Al Salone presenterò “Gemma e le altre” con Federico Scacchi, sabato 17 maggio».

Lei era molto amica di Papa Francesco, giovedì l’elezione di Papa Leone XIV...

«Mi piace questo Robert Francis è uscito con felicità e si è commosso, sarà qualcuno che ci aiuterà molto. Inoltre lo avevo previsto, immaginavo che sarebbe stato uno statunitense, lo dissi a mio figlio ma non lui non mi ha creduta».

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