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CINEMA

Ottavia Virzì, da figlia d'arte a giurata al festival Cinemambiente: "Che ricordi di Torino, con papà al Tff"

Dalla tradizione familiare nel cinema all'impegno per l'ambiente, debutta come produttrice del documentario “Come se non ci fosse un domani”

Ottavia Virzì, da figlia d'arte a giurata al festival Cinemambiente: "Che ricordi di Torino, con papà al Tff"

Ottavia Virzì, giurata a "Cinemambiente"

Ottavia Virzì è in viaggio per Torino dove sarà giurata al festival Cinemambiente, in programma al cinema Massimo fino al 10 giugno (tutto a ingresso gratuito): classe 1989, figlia d’arte del regista Paolo e dell’attrice Paola Tiziana Cruciani, ha una formazione come costumista ma ora è anche produttrice del documentario “Come se non ci fosse un domani”, diretto da Riccardo Cremona e Matteo Keffer e dedicato all’attivismo climatico. «Proprio grazie a questo lavoro, concentrato sul movimento di Ultima Generazione, sono entrata in contatto con il festival», ci spiega lei stessa prima di salire sul treno.

Nata e cresciuta nel cinema, ma che esperienza ha come giurata?
«Vivo anche i festival fin da quando sono bambina, ma come giurata è la mia prima volta. Cinemambiente lo seguo da tempo».
Si è formata come costumista, perché il passo in produzione?
«Da qualche tempo sentivo un po’ stretto il solo ruolo di costumista, anche se mi appassiona sempre, specie l’aspetto della sostenibilità (sono una grande appassionata di tessitura a mano!). La società di produzione Motorino Amaranto era ferma da un po’ e cercavo il progetto giusto per ridarle vita».
Perché questo era il progetto giusto?
«I progetti sull’attivismo climatico sono quello su cui da sempre voglio concentrarmi, sto cercando di produrne altri ma non è facile. Quando i registi sono venuti da me erano già al lavoro su questo tema, abbiamo vagliato molte strade (io avrei voluto subito fare una miniserie sui vari movimenti) ma poi abbiamo scelto Ultima Generazione, la loro urgenza di agire subito per provare a cambiare le cose, anche a costo della loro sicurezza».
A proposito, era ancora giovanissima quando suo padre Paolo ha diretto il Torino Film Festival: che ricordi ne ha?
«Bellissimi e numerosi. Se devo dirne uno, scelgo la cena con Greta Gerwig: lei non era ancora così famosa, presentava “Frances Ha” quell’anno e si è dimostrata una persona molto estroversa e molto simpatica, sono felice del suo successo con “Barbie”. Ma non è l’unico festival che ho vissuto a Torino, unendo le mie passioni sono stata più volte anche a Collegno per “Filo Lungo Filo”, la mostra-mercato dell’artigianato tessile che mi piace moltissimo. E poi amo Torino, le montagne vicine e tanta cultura in ogni angolo».

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