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Cinema
13 Giugno 2025 - 17:55
Il cinema horror ha attraversato decenni di trasformazioni, dando vita a innumerevoli sottogeneri in grado di soddisfare diversi tipi di pubblico. Tuttavia, negli ultimi anni, si è assistito a una sorta di involuzione, dove molti registi sembrano ripiegare su una formula ripetitiva per generare tensione: il jumpscare. Ma se da un lato il genere horror ha perso la sua capacità di sorprendere, dall'altro ci sono ancora pellicole che, con attenzione e cura, cercano di rinnovare il concetto di paura.
Il paradosso della paura nel 2025
Nel contesto odierno, la paura non è più una reazione naturale. Viviamo in un mondo saturato da violenza, dove immagini violente sono esposte quotidianamente tramite TV, social e media. Questo ha reso il pubblico più insensibile e meno propenso a provare paura di fronte a contenuti horror. E se da un lato la cinicità dei ventenni e trentenni sembra aver abbassato la soglia di emozioni forti, dall’altro, la generazione più giovane si trova in un limbo cinematografico, incapace di comprendere le radici dell’horror classico.
Film come Nightmare hanno segnato un’epoca, trasformando Freddy Krueger in un'icona dell'horror. La sua presenza inquietante, nuova e inaspettata, ha avuto un impatto enorme. Questo tipo di novità, oggi quasi impossibile da replicare, è ciò che manca nei film moderni, dove il pubblico si trova a fare i conti con troppe storie che si somigliano, spesso perdendo l'essenza dell’horror stesso.
Un genere in crisi: il ritorno al jumpscare
La crescente monotonia nell'horror moderno è chiara, con film come Paranormal Activity, Insidious o Annabelle che ripropongono la stessa formula. Le storie si concentrano su un unico espediente: i jumpscare. Questa tecnica ha finito per ridurre il genere a un prodotto "usa e getta", facilmente digeribile ma privo di spessore. In questo marasma di film senza personalità, spicca il caso di The Boy, che arriva al culmine di un processo di diluizione dell'horror, non riuscendo nemmeno a sfruttare il jumpscare che dovrebbe caratterizzarlo.
Qual è la vera paura?
La paura, come fenomeno soggettivo, varia per ciascuno. Per un film horror efficace, è essenziale riuscire a trascendere la paura individuale, toccando corde universali. Il film The Ritual, per esempio, pur appartenendo al sottogenere delle possessioni demoniache, riesce a costruire una tensione credibile, dove la minaccia è palpabile durante tutta la visione. Al contrario, film come Babadook (2014), pur trattando il tema della casa infestata, riescono a spaventare in modo più raffinato, evitando il ricorso facile ai jumpscare.
La rinascita di un genere?
Anche se il panorama horror è ormai dominato dalla formula del jumpscare, ci sono ancora film che cercano di distinguersi. The VVitch (2015), ad esempio, pur non essendo innovativo, riesce a trasmettere una sensazione di angoscia attraverso un perfetto realismo e una solida costruzione dei personaggi. Il bosco, simbolo della minaccia sovrannaturale, diventa un vero e proprio personaggio che dà vita al terrore, rendendo l’horror più profondo e psicologico.
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