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Il collezionista folle
22 Giugno 2025 - 07:25
Il ritratto analizzato
PROLOGO
Sembra proprio che il nostro inossidabile Collezionista Folle questa volta abbia deciso di alzare decisamente la posta in gioco, trascinando i lettori ben oltre le consuete provocazioni artistiche, verso territori che sfiorano il misticismo metafisico con un pizzico di scandalosa affabilità. Con sommo ardire e piglio degno di Brancaleone da Norcia, sostiene infatti che la celebre e virginale Isabella d’Este sarebbe rimasta misteriosamente incinta per opera dello spirito presocratico. Proprio così, spirito presocratico! Una gravidanza intra o extracorporea, spirituale e filosoficamente impegnativa, persino per i più avventurosi adepti delle improbabili genealogie leonardesche. In questa sorprendente teoria, il sempre audace indagatore svela legami insospettabili, dove quadri smarriti e giovani ladri d’arte si intrecciano con segreti cifrati e ironiche ricerche letterarie. Al di là dell’evidente illogicità della tesi, che rischia di far sobbalzare ogni serio accademico d’arte, bisogna riconoscere al nostro instancabile esploratore del paradosso il merito di saper coinvolgere e divertire. Che lo spirito presocratico sia davvero intervenuto nelle vicende matrimoniali e artistiche dei Gonzaga rimarrà probabilmente dubbio eterno. Ma intanto prepariamoci a sorridere (e riflettere), leggendo le folli ma geniali speculazioni di un Collezionista senza confini.
DONAZIONE
DANNAZIONE
Memore dei lontani studi di marketing, ho pensato di creare un campione rappresentativo di cento dei miei “followers” con i quali mi scuso, poiché sono certo di annoiarli inviando a ciascuno di essi ogni domenica un articolo a pagina intera pubblicato su questo giornale: sono argomenti inusuali, introdotti come creazioni letterarie del “collezionista folle” (son io) che presenta opere d’arte moderna sviscerate con aneddoti e ricordi che farebbero impallidire Vittorio Sgarbi. Recentemente ho pubblicato i miei studi su una tela ritrovata attribuibile niente meno che a Leonardo da Vinci, suscitando reazioni di scherno poco rispettosi, nonostante avessi presentato analisi foto tecniche e indagini effettuate sui libri di Carlo Pedretti e, non per ultimo, di Martin Kemp il quale si divertì, credo con sua lucidità e follia, a nascondere tra le righe un segreto di Leonardo.
Per pubblicare un libro su questo dipinto ritrovato, avrei bisogno di conoscere un editore che potesse associarsi nella iniziativa, salvo realizzarla con delle donazioni richieste ai cento “followers” selezionati.Dopo aver pubblicato un invito a partecipare alla donazione, il risultato è stato assolutamente fantastico; esso dà prova della stima e considerazione nei miei confronti. Non faccio fatica a ringraziare anche perché ho ricevuto una sola risposta da uno spiritosone che mi ha annunciato di volermi inviare le sue referenze bancarie nel caso avessi ricevuto più di quanto necessario alla stampa del libro sul segreto di Leonardo da Vinci. Forse avrei dovuto spiegarmi meglio?
E pensare che non sembra così difficile da capire. Tutto incominciò quando leggendo il libro “50 anni con Leonardo, lucidità e follie intorno alla vita di un genio” edito da Rizzoli, mi soffermai a pagina 20 dove alla riga 20 mi sorprese una parola inusuale: “GAGLIARDISSIMAMENTE”. Sapevo che le piccole storie nascoste tra le righe di un libro di maggior numero di pagine, potevano essere ricostruite riconoscendo la parola chiave e la distribuzione delle proposizioni principali da estrarre alle righe 2 e 22. Questa forma letteraria rispondente ad una collocazione matematica di un testo occultato, riferito a un segreto piccante, altro non era che un omaggio a Leonardo, convinto assertore che ogni forma percepita nel mondo reale avrebbe dovuto avere sempre una corrispondenza e proporzione matematica da trasferire nella pittura come nella scrittura. In questo caso la parola chiave sarebbe stata ridotta all’essenziale: da gagliardissimamente a gagliardi?
Provai a inserire la parola gagliardi nel motore di ricerca per verificare quale sorpresa mi fosse riservata. Dopo alcuni tentativi, mi offrì l’acquisto di un libro scritto da Ave Gagliardi “Il ladro di Leonardo, la vita di Salaj”, il figlio che nacque ad Elisabetta d’Este dopo un gioco ipnotico fatto in una serata al Castello Sforzesco di Milano. La questione si fece seria poiché Isabella, sorella minore della moglie di Ludovico il Moro, era già stata promessa in sposa al marchese Gonzaga di Mantova. La data del matrimonio dovette essere rinviata di un anno.
Il duca Ludovico aveva deciso di sopprimere il neonato forse annegandolo come un gatto, ma la madre si oppose pensando che se il padre fosse stato davvero lo spirito presocratico di Leonardo, il bimbo sarebbe diventato un genio. Fu quindi affidato in gran segreto ai preti che lo avrebbero educato a diventare un abile ladro. Passarono dieci anni e Leonardo aveva dipinto il famoso quadro “la vergine delle rocce”, per il cui volto si era ispirato a quello d’Isabella. I preti trovarono mille scuse per non pagarlo, tenendo Leonardo sotto ricatto. Spazientito Leonardo cercò un ragazzo sveglio che potesse rubare il suo quadro dalla Chiesa. Destino volle che gli presentarono un ragazzino, tal Giacomo Caprotti, straordinariamente somigliante a sua madre. Leonardo stupefatto dal riconoscerlo come figlio, lo incaricò del furto e poi lo tenne con sé ed alla sua morte gli lasciò la metà dei suoi beni. Salaj il cui nome è da leggersi allo specchio, dopo 5 anni dalla morte di Leonardo, fu ucciso per strada da sicari, ignoto il mandante, poiché si era messo alla ricerca di un quadro rubatogli tra quelli avuti in eredità. E qui salta fuori la storia di un’altra tela misteriosa raffigurante un personaggio somigliante a Leonardo e Salaj che a sua volta somiglia a sua madre Isabella. Potenza dello spirito? Questa tela fu posseduta da un certo Simon Beck il cui nome, con l’aiuto dell’A.I., ho trovato in pasta nel dipinto.
Beck era un docente di arte rinascimentale italiana all’Università di Athen in Ohio (USA). Il dipinto lo si ritrovò in Italia e mi fu chiesto di studiarlo ed io vi scoprii i punzoni di Salaj e Isabella oltre ad un’altra straordinaria coincidenza.
Mi capitò tra le mani un libro edizione speciale pubblicato per il XXV anniversario (1952) della società farmaceutica Sigurtà di Milano, un compendio di otto relazioni di cattedratici esperti di Leonardo da Vinci. Pensai di provare se vi fosse anche in questo testo un segreto nascosto, o almeno degli indizi. E con sorpresa qualcosa trovai applicando la stessa formula. So che chiarire la criptazione non é di interesse se non per un letterato enigmista (tipo Umberto Eco e Federico Zeri) pertanto dovrei presentare la mia scoperta al Cimitero monumentale. Comunque qui la sintetizzo:
- Pag.2
- riga 2 :
…l’enorme cappello a staio ch’egli porta…
- riga 22 :
…immagine dello specchio, da una pagina del “Trattato della pittura”…
- Pag. 20
- riga 2
…bensì avvertito… del suo respiro pittorico…
- riga 22 :
…scaturito da uno dei più puri disegni mai tracciati dalla punta d’argento.
- pag. 22
- riga 2 :
…unitá suprema, intraveduta più che vista, si compie nel trapasso dalla luce alla penombra, nasce dalla fusione della immagine divina con il terrestre mondo…
- riga 22 :
…il suo ritratto restava alla punta d’argento al suo passaggio per Mantova, la città di Isabella d’Este sposata al Gonzaga.
Non essendoci la pagina 220, il gioco prosegue come già indicava Kemp nel suo libro “50 anni con Leonardo, lucidità e follie”, Ed.Rizzoli :
- alla pag. 220
- riga 2 :
…valore (numero della pagina) non può essere espresso con precisione numerica …(1,618 misteriosamente correlata con la sequenza di Leonardo Fibonacci…. Per cui si procede con il terzo numero che sia la somma dei due numeri precedenti…
- riga 22 :
…equivale approssimativamente a 1.414….
Conclusione: anche nella letteratura d’arte si é provato a nascondere dei segreti in forma di architettura matematica in chiave 222.
Ciò che mi colpì fu il riferimento al respiro pittorico! Infatti nella tela ritrovata, dal naso esce lo spirito presocratico che consentì d’infondere la vita di Salaj nel ventre della vergine Isabella? Il mistero ci rende attoniti …
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