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Si chiama Solstice ed è il festival più bello d'Europa

Si chiama Solstice ed è il festival più bello d'Europa

È mezzanotte e il sole non cala davvero mai. Resta lì, sospeso tra le cime dei pini dell’Ostrobotnia Settentrionale, lambendo laghi, rocce e colline, senza mai spegnersi del tutto. Un crepuscolo perenne, alieno, ipnotico. È in questo paesaggio quasi irreale, a pochi chilometri dalla Lapponia e dal confine russo, che prende vita il Solstice Festival, quello che – senza giri di parole – potremmo definire il festival più bello d’Europa.

Arrivare fin qui non è semplice, ma nemmeno impossibile. Si vola a Helsinki con Finnair, poi un volo interno vi lascia a Kuusamo, minuscolo aeroporto con due arrivi al giorno. Da lì, ancora mezz’ora e si raggiunge Ruka, villaggio sciistico fuori stagione immerso nel verde. Temperature rigide, anche a giugno, ma chi se ne importa: siamo nel cuore di un paradiso nordico, lontano da tutto. Il festival si raggiunge con uno skilift o con una camminata in salita. Sì, uno skilift. E già questo basterebbe per capire che non siamo al solito rave. Una volta in cima, lo spettacolo è incantevole: chilometri di foresta, laghi, e un sole sospeso che non tramonta mai, che trasforma ogni dettaglio in un sogno psichedelico. Un’immagine da cartolina scattata in una realtà parallela.

Il Solstice ospita circa 2000 persone e si sviluppa su tre palchi:

  • Peak: con vista mozzafiato sulla valle,
  • Valley: un palco in legno immerso nella conca della montagna,
  • Kelo: un tendone sospeso che sembra uscito da un rituale sciamanico.

Qui la parola chiave è suono. Dimenticate gli impianti gracchianti dei festival affollati: qui si vibra, letteralmente. «Prima si costruisce il soundsystem, poi tutto il resto», ci racconta Joni Stanley, organizzatore e dj del Post Bar, club culto di Helsinki.
Il senso di comunità è quello che sorprende di più. Tutti vivono nel villaggio, si conoscono, si parlano, si scaldano intorno ai falò. Non esistono barriere tra palco e pubblico. È una piccola utopia dove ci si riconosce simili. Dove anche una sciarpa del St. Pauli diventa passaporto per nuove amicizie.
Qui non ci sono controlli invadenti, recinzioni eccessive, né l’ansia da overbooking. Tutto funziona per fiducia. C’è persino una tenda chill-out per chi ha bisogno di silenzio e uno staff giovane e disponibile che offre assistenza e informazioni con un sorriso sincero.

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Il sole di mezzanotte, qui, non è solo uno spettacolo naturale: è un attivatore di energia. Si balla ore senza mai sentire stanchezza. Nell'esperienza è inclusa la cucina con specialità locali come tacos alla renna, zuppe calde di salmone e il mitico Salmiakki, il liquore nero alla liquirizia amato dai finlandesi. Finito il main stage, si torna giù e si continua nei rifugi del villaggio, dove l’atmosfera si fa più scura e intima, ma sempre rispettosa e accogliente. Si chiude tutto in sauna – perché ovviamente ogni alloggio ne ha una privata – e si dorme solo dopo aver oscurato ogni fessura di luce.

Il Solstice non è solo un festival: è una proposta alternativa alla club culture stressata e impersonale delle grandi città. Qui si torna all’essenza: musica, persone, natura, libertà.
Non è facile da raggiungere, e forse è proprio questo il suo segreto. Ma una volta arrivati, si ha la sensazione profonda di essere parte di qualcosa di potente, di vero. Un miracolo che ogni estate, al solstizio, si ripete.

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