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storia e curiosità

La storia della patata: come un tubero disprezzato ha cambiato la storia dell’alimentazione

Dietro la sua apparente umiltà, si cela una delle storie più sorprendenti

La storia della patata: come un tubero disprezzato ha cambiato la storia dell’alimentazione

Sulle vette delle Ande, oltre 8.000 anni fa, le comunità precolombiane coltivavano la patata non solo come cibo, ma come bene sacro e strategico. Capace di crescere tra pietre e gelo, il tubero divenne pilastro delle civiltà Inca, nutrendo interi popoli in condizioni estreme.
Quando i conquistadores spagnoli portarono la patata in Europa nel XVI secolo, il continente non era pronto. Sporco, brutto, sconosciuto: il tubero fu snobbato, accusato di eresia e perfino di diffondere malattie. In un’epoca in cui tutto ciò che veniva dalla terra era considerato “impuro”, la patata fu relegata agli animali.
A ribaltare il destino del tubero fu Antoine-Augustin Parmentier, farmacista, prigioniero di guerra e visionario. Sopravvissuto alla fame grazie alle patate in Prussia, rientrò in Francia deciso a trasformare l’alimento maledetto in salvezza nazionale. E ci riuscì, grazie a una raffinata strategia di marketing ante litteram.

Parmentier fece sorvegliare i campi di patate di giorno per farli “saccheggiare” di notte, regalò fiori di patata a Maria Antonietta e cucinò cene esclusive per l’élite parigina. Il messaggio che voleva trasmettere era che la patata era nobile, sicura e necessaria. Nel 1772, la Facoltà di Medicina di Parigi ne certificò ufficialmente la commestibilità.
Mentre la Rivoluzione Francese ribolliva, Parmentier pubblicò un trattato sostenuto dalla famiglia reale. Ma a far entrare la patata nei cuori e nelle cucine fu il popolo, affamato e disperato. La patata divenne la “carne dei poveri”, carburante di sopravvivenza e simbolo di equità.

In Prussia, Federico il Grande ne impose la coltivazione con minacce e decreti. In Irlanda divenne cibo di massa, in Russia base quotidiana, in Cina un pilastro strategico. In Perù è ancora oggi un simbolo di biodiversità, con migliaia di varietà coltivate. Dall’aloo gobi indiano al gamja jorim coreano, la patata ha conquistato ogni continente, adattandosi a ogni cultura.
In tempi moderni, la patata ha subito una nuova campagna di discredito: accusata di essere troppo calorica, troppo fritta, troppo lavorata. La sua storia è una lezione potente su come la percezione culturale può trasformare un cibo marginale in un'icona globale. Oggi, nell’era della crisi climatica e della fame nel mondo, la patata si riafferma come alimento resistente, nutriente e democratico.

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