Giovedì 3 luglio, durante una conferenza stampa in Senato, il Comitato per i concerti accessibili e l’Associazione Al.Di.Qua.Artists (Alternative Disability Quality Artists) hanno presentato pubblicamente un elenco di richieste fondamentali per costruire un sistema dello spettacolo dal vivo equo e inclusivo, tanto per il pubblico quanto per i lavoratori e le lavoratrici con disabilità.
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È da questa visione che nasce il manifesto “Una Legge Live For All”, strettamente legato alla proposta di legge n. 1536, attualmente bloccata da mesi in Commissione Cultura alla Camera. Il manifesto è stato accompagnato dalla presentazione di emendamenti ispirati proprio ai suoi contenuti. L'obiettivo è duplice: ottenere una legge che riconosca pienamente i diritti delle persone con disabilità e spingere il Governo ad assumere impegni precisi e strutturali per garantire pari opportunità anche nel mondo dello spettacolo.
I dieci obiettivi del manifesto: un cambiamento sistemico
Il manifesto articola le sue proposte in dieci obiettivi concreti, divisi tra accesso per il pubblico e per i professionisti dello spettacolo.
Per il pubblico con disabilità:
Prenotazione e acquisto paritari: procedure uguali per tutti, chiare, accessibili, trasparenti e non soggette a discrezionalità degli organizzatori.
Comunicazione trasparente dei posti accessibili: numero dichiarato e verificabile in anticipo, basato su criteri univoci.
Visibilità e fruibilità garantite: accesso pieno per ogni tipo di disabilità (fisica, sensoriale e cognitiva).
Fine delle “aree dedicate”: superare la segregazione, permettendo la partecipazione in gruppo con amici e familiari.
Progettazione universale obbligatoria: da applicare a tutte le nuove strutture e a ogni intervento di ristrutturazione.
Per artisti e lavoratori con disabilità:
Fondo dedicato all’accessibilità professionale: per coprire i costi legati a produzione e tournée in condizioni eque.
Accessibilità nelle Open Call: rimozione di ogni barriera nelle selezioni e opportunità di settore.
Formazione inclusiva nelle accademie: programmi e docenti preparati all’inclusione già nei percorsi formativi.
Riforma dei limiti di reddito per i sostegni: revisione delle soglie che penalizzano chi lavora anche occasionalmente.
Eliminazione di ogni barriera professionale: accesso pieno a formazione, produzione e distribuzione.
Un appello forte al Parlamento e al Governo
A sostegno del manifesto è intervenuta anche Lisa Noja, avvocata e consigliera regionale in Lombardia, già deputata:
“Il diritto alla cultura è sancito dalla Convenzione ONU e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Ma senza norme chiare questo diritto viene sistematicamente violato. Non possiamo più affidarci alla buona volontà dei singoli: serve una legge che rispetti davvero la Costituzione e i diritti delle persone con disabilità. E il Governo deve agire con misure strutturali”.