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Flowers Festival

Lucio Corsi a Torino solo per "lei": "Questa è la vita che sognavo da bambino..."

C'è spazio esclusivamente per la musica quando si parla di lui: il cantautore atteso l'8 luglio a Collegno con i Baustelle

Flowers Festival

Lucio Corsi, toscano classe 1963

Sta continuando proprio come aveva sempre sognato la vita di Lucio Corsi. Passando da un concerto all’altro, con in bocca la sua sigaretta e il pianoforte sempre caldo. Non c’è tempo per il gossip, non c’è spazio il glamour, per lui, per il cantautore toscano che ha fatto innamorare l’Italia intera dal palco dello scorso Sanremo dove ha raggiunto il secondo posto con “Volevo essere un duro”, (per ora) esiste solo lei: la musica. La porterà anche a Torino, martedì 8 luglio, ospite del Flowers Festival al Parco della Certosa di Collegno dove, dopo la sua esibizione, sarà la volta degli altrettanto attesi Baustelle. Artisti diversi ma vicini, uniti dalla genuinità delle loro composizioni (porte aperte dalle 19, si inizia alle 21).

«Sarò in tour per tutta l’estate - racconta entusiasta Lucio Corsi -. Il tipo di approccio al live è molto rock’n’roll, tutto riarrangiato e sul palco con me c’è la mia solita formazione, la mia banda con cui suono dal liceo. Saremo in sette, con tante chitarre ma ci sarà anche l’organo, la batteria e i cori. Io mi alternerò fra chitarra elettrica, acustica, pianoforte e armonica. Questa è la linea da seguire: avere un sacco di strumenti e stare in giro a suonare il più possibile, e spero di continuare così anche dopo settembre».

I fratelli sul palco e nella vita sono: Iacopo Nieri (pianista, cori), Giulio Grillo (tastiere, cori), Filippo Scandroglio (chitarra), Marco Ronconi (batteria), Filippo Caretti (basso, cori), Carlo Maria Toller (polistrumentista, cori). «Inseguire le canzoni di città in città è senza dubbio la cosa che amo di più» racconta ancora Corsi che nel suo ultimo singolo “Situazione complicata” cita anche “un tavolo in un pub di Torino.

«E’ la cosa che sogno da quando ero bambino. Salire sul palcoscenico vuol dire incontrare la musica, come dice Paolo Conte in “Alle prese con una verde milonga”. Inoltre ogni palco è un trampolino verso un’altra realtà, lassù riesco davvero ad immaginare di essere qualcos’altro».

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