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intervista
14 Luglio 2025 - 08:09
Tony Hadley (foto LaPresse)
Ci sono artisti che si accontentano di un glorioso passato ma c’è anche chi vuole esplorare strade nuove. A questa seconda categoria appartiene Tony Hadley. Già frontman nonché leader carismatico degli Spandau Ballet, il gruppo di Londra con cui negli anni Ottanta conquistò le classifiche e i cuori di tanti fan, grazie a successi mondiali come “I’ll fly for you”, “True” e “Through the barricades”, vendendo 25 milioni di dischi in tutto il mondo e riuscendo a piazzare 23 singoli nelle hit parade. Hadley è l’atteso ospite della rassegna Astimusica dove sarà ospite questa sera, lunedì 14 luglio, in piazza Alfieri. L’occasione arriva dal tour Hadley 45”, grazie al quale il musicista nato nel quartiere londinese di Islington celebra la propria carriera. Tifosissimo dell’Arsenal, Hadley ha duettato con Caparezza per “Goodbye malinconia”, nel 2011 e con Arisa in “Mi sento bene” nella serata dei duetti di Sanremo 2019.
Mister Hadley. Con che spirito arriva in Piemonte?
«Non potrei stare meglio e non vedo l’ora di salire sul palco. L’astigiano è zona di ottimi vini. Saremo lì per fare della buna musica e mangiar bene. In Inghilterra non abbiamo vini così buoni. Mi sembra un’ottima occasione».
La canzone che la rappresenta di più?
«Ne scelgo due: “Trough the barricades” per il periodo con gli Spandau, oltre alla mia ultima canzone “Mission impossibile” per la carriera solista. A proposito del brano degli Spandau, lo considero davvero un pezzo manifesto. In tutta la mia vita ho sempre cercato di abbattere ogni tipo di barricata e di ostacolo, e barriera cosa che continuo a fare ancora adesso, Molti all’epoca ci vedevano come il simbolo per una generazione i portavoce o roba del genere. Personalmente, non mi sono mai sentito tale e odio questa espressione. È un’etichetta che mi dà anche un po’ fastidio. Sono solo un musicista che cerca sempre di fare il proprio lavoro al meglio. Non sono un nostalgico e non mi va di vivere nel passato. Per quanto riguarda “Mission impossibile” invece, anche se il titolo potrebbe far pensare il contrario, questa canzone non c’entra niente con le avventure di James Bond né con la saga di 007. Per me rappresenta un nuovo inizio».
Il segreto per mantenere la voce?
«Vado a scuola da una cantante lirica così continuo ad allenare le mie corde vocali».
Ha duettato con Arisa e Caparezza, Cosa ricorda?
«Caparezza mi ha dato un tema per la canzone e ho seguito le sue indicazioni. È stato particolare intervenire in un brano hip hop. Con Arisa è stato tutto più difficile, non conosco bene l’italiano».
Le piace il pop di oggi?
«No. È troppo perfetto, tutto levigato. Forse manca un po’ di anima anche se non mi va di giudicare. Abbiamo vissuto epoche diverse»
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