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Musica
20 Agosto 2025 - 21:30
I Pink Floyd
Tra le tante stranezze che hanno alimentato miti e leggende sui Pink Floyd, ce n’è una che incuriosisce ancora oggi i fan: in una delle canzoni più dense e politiche della band, The Fletcher Memorial Home, a un certo punto si sente una voce che chiede in italiano: "Scusi, dov’è il bar?". E poco dopo, con accento inglese, arriva la risposta: "Da questa parte".
Il brano fa parte di The Final Cut, pubblicato nel 1983, l’ultimo album realizzato con Roger Waters ancora in formazione ma senza Richard Wright. Sul retro della copertina non a caso appare la scritta "di Roger Waters - eseguito dai Pink Floyd", a sottolineare il ruolo assoluto del bassista e autore, che firmò testi e musiche delle dodici tracce. Si tratta di un concept album, genere molto amato all’epoca, e soprattutto di un lavoro che porta con sé una forte impronta autobiografica e politica. Waters vi riversò il dolore per la perdita del padre, Eric Fletcher Waters, caduto nel 1944 nei pressi di Aprilia, durante la battaglia di Anzio.
L’album è interamente attraversato da un messaggio di rifiuto della guerra. The Fletcher Memorial Home, in particolare, mette sotto accusa i potenti che, agli occhi di Waters, avevano alimentato i conflitti: da Ronald Reagan a Margaret Thatcher, da Brežnev a Nixon, passando per Menachem Begin e Ian Paisley. Vengono descritti come “tiranni incurabili”, “bambini troppo cresciuti” e “coloniali dissipatori di vita”, figure che giocano con la guerra come fosse un passatempo.
Musicalmente, la canzone ricalca in parte le atmosfere cupe e teatrali di The Wall, con un arrangiamento che culmina nel memorabile assolo di chitarra di David Gilmour. Registrata in olofonia, venne inserita anche nella raccolta Echoes: The Best of Pink Floyd del 2001.
E poi c’è quel dettaglio: la frase italiana che spezza l’atmosfera. Nessuna spiegazione ufficiale è mai stata data. Alcuni l’hanno considerata una semplice trovata surreale, altri un richiamo volutamente ironico, forse legato all’Italia come luogo della morte del padre di Waters. La stranezza si amplifica se si pensa che la stessa battuta ("Scusi, dov’è il bar?") compare anche in un altro pezzo dello stesso album, Not Now John, questa volta urlata dallo stesso Waters.
Che sia un gioco, un messaggio cifrato o un ricordo personale, resta uno di quei momenti che hanno contribuito a fare di The Final Cut un disco enigmatico, divisivo e affascinante. Un album che segna la fine di un’epoca per i Pink Floyd e che ancora oggi continua a far discutere anche per quella frase, tanto banale quanto indecifrabile.
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