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MUSICA & CINEMA
18 Agosto 2025 - 19:00
C'è una parte del rock che non ha un nome, un'eco silenziosa che risuona dalla copertina di un album. Si è spento a 88 anni Ronnie Rondell Jr., un uomo il cui volto è stato visto da milioni di persone senza che quasi nessuno conoscesse il suo nome. È stato lui, lo stuntman che ha dato il suo corpo alla fiamma sulla copertina di "Wish You Were Here", l'album dei Pink Floyd del 1975, una pietra miliare che parla di assenza e memoria.
Rondell Jr. non era solo un'icona statica, ma l'incarnazione vivente della sfida. L'immagine, immortalata negli studi della Warner Bros. in California dal fotografo Aubrey Powell, è un vero e proprio atto di coraggio. Per ottenere quello scatto, Rondell indossò una tuta ignifuga sotto il completo, cosparso di un gel infiammabile. La scena, un'inquietante stretta di mano tra due uomini, uno dei quali sta letteralmente bruciando, fu ripetuta per ben quindici volte. Ogni tentativo era una corsa contro il tempo, un momento di pura adrenalina prima che gli estintori e le coperte intervenissero per spegnere le fiamme. Alla quindicesima ripresa, una folata di vento cambiò direzione, e la fiamma lambì il suo volto, bruciandogli parte di un sopracciglio e dei baffi. Dopo averlo notato, avrebbe detto di essere arrivato al limite e di voler concludere la giornata.
La sua carriera, un'altra "parete" di successi, va ben oltre quella celebre copertina. Per decenni, ha lavorato dietro le quinte del cinema, ricoprendo ruoli da controfigura per attori di primo piano e coordinando intere sequenze d'azione. Ha partecipato a produzioni leggendarie che hanno segnato il cinema, come gli inseguimenti mozzafiato in "Matrix Reloaded", le sparatorie di "Arma letale" e le acrobazie di "Thelma e Louise". Il suo lavoro ha contribuito a definire il linguaggio visivo di film e serie TV, da "Charlie's Angels" a "Star Trek".
La sua vita, un vero e proprio "lato oscuro" del cinema, era un'immersione costante nel pericolo. Rondell ha iniziato la sua carriera dopo il servizio militare nella Marina, dove si era specializzato in immersioni e sminamenti. Il suo ultimo stunt risale al 2003, a dimostrazione di una dedizione incrollabile al mestiere. Sebbene la sua morte segni la fine di un'era, la sua immagine continua a vivere in un album che, come un prisma, rifrange la luce della sua memoria. La sua eredità non è fatta di premi, ma di istanti di puro cinema e rock, un legame indelebile tra due mondi.
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