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Patrimonio

A Chivasso le dimensioni non contano... così il Noccolino ha conquistato il mondo

Al via fino al 28 settembre la trentesima edizione della festa dedicata al dolce che pesa meno di un grammo. Previsto anche l'annullo filatelico

Nocciolini

I Nocciolini di Chivasso

Ha varcato i mari, da Roma a Dubai, e adesso, o meglio, da ieri, il Nocciolino è tornato nella sua Chivasso per la trentesima edizione della Festa del Nocciolino, che si chiuderà il 28 settembre. Un evento speciale e in pompa magna che avrà il suo culmine nel francobollo celebrativo dedicatogli da Poste Italiane nella serie nazionale “Le eccellenze del sistema produttivo e del Made in Italy”. L’annullo è previsto venerdì alle 17:30 al Teatro Civico. Un successo quasi senza precedenti per questo dolcetto mignon tutto torinese composto da tre semplici ingredienti: zucchero, albume e nocciole, e che non arriva a pesare neppure un grammo, a dimostrazione che... le dimensioni non contano.

Lo si potrà gustare in tutta la sua bontà durante questa sei giorni in cui Chivasso offrirà il meglio delle sue eccellenze: i Nocciolini e i loro produttori, la mostra-mercato con ben 44 attività commerciali, 20 stand di attività legate al territorio e all’enogastronomia, i ristoranti e i loro menù speciali, i cooking show, la musica, gli spettacoli e gli appuntamenti culturali. Il cuore della Festa sarà la tradizionale premiazione del Nocciolino d’Oro e del Nocciolino ’d Tola assegnati rispettivamente alla famiglia Iorio, gastronomi da oltre cinquant’anni e titolari della storica bottega Il Buon Gusto, e alle Harlequeens, la squadra femminile di rugby che ha portato Chivasso sul tetto del mondo vincendo il campionato mondiale di Rugby Mixed Ability a Pamplona.

La storia

I Nocciolini nacquero verso il 1850 ad opera del pasticcere Giovanni Podio. In origine si chiamavano Noisettes (nocciole in francese) o, in lingua piemontese, Noasèt. Ernesto Nazzaro, genero di Giovanni Podio, portò i Nocciolini all’Esposizione Universale del 1900, che aveva sede a Parigi, e a quella di Torino 1911. I dolcini ottennero un successo enorme, tanto che nel 1904 Nazzaro ottenne il brevetto col relativo marchio di fabbrica rilasciato dal Ministero del Commercio del Regno d’Italia. La fama dei Nocciolini aumentò quando, sia Vittorio Emanuele III di Savoia che i duchi di Genova, concessero all’intraprendente produttore il titolo di “fornitore della Real Casa”. Durante il regime fascista il nome fu italianizzato in Nocciolini.

I Nocciolini tradizionali sono grossi quanto un’unghia ed hanno la forma di una mezza cupola o di una piccola goccia. Recentemente ne è nata una versione gigante (3–4 cm): i cosiddetti Noccioloni.

Sono composti esclusivamente di nocciole della varietà Tonda Gentile delle Langhe sgusciate e tostate, zucchero e albume d’uovo: la pasta che se ne ricava viene fatta colare a goccia su una placca da forno e qui cotta.

I Nocciolini sono quindi friabili, fragili e soggetti all’umidità. Tradizionalmente venivano venduti in scatole di latta; successivamente iniziarono ad essere venduti in pacchetti di carta rosa o celeste, cilindrici, lunghi e stretti, che ne resero più facile il trasporto e che contribuirono a diffonderli nel mondo.

Si accompagnano allo zabaione e l’abbinamento è tanto amato che esiste persino una confraternita dël Sambajon e djj Nocciolini. A Chivasso se ne ricavano, inoltre, torte e gelati.

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