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La 24 Ore di Le Mans, il disastro
che costò la vita a 84 persone

Fu teatro di uno dei più tragici incidenti nella storia del motorsport

La 24 Ore di Le Mans, il disastroche costo la vita a 84 persone

n Fu il peggiore incidente mai avvenuto nella storia delle corse automobilistiche, ancora oggi noto con l’appellativo di “disastro”: il disastro di Le Mans, nella Francia settentrionale. L’11 giugno 1955, il circuito di Le Mans fu teatro di uno dei più tragici incidenti nella storia del motorsport. Quel giorno, durante la celebre gara di resistenza, si verificò un disastro che cambiò per sempre la percezione della sicurezza nelle corse automobilistiche. La 24 Ore di Le Mans era una delle gare di resistenza più prestigiose al mondo, che attirava piloti, team e appassionati da tutto il mondo.


Il circuito di Le Mans era noto per la sua lunghezza (circa 13,6 chilometri) e la sua pericolosità, con tratti rettilinei veloci e curve impegnative. Tuttavia, fino al 1955, la sicurezza non era una priorità assoluta nelle corse automobilistiche: gli incidenti erano all’ordine del giorno (anche in Italia), e il disastro di Le Mans avrebbe dimostrato quanto fosse importante un cambiamento radicale. Durante la gara del 1955, poco dopo le 18:30, la vettura guidata da Pierre Levegh, un pilota francese, perse il controllo a causa di un contatto con un’altra vettura. Non era un pilota improvvisato: Levegh apparteneva addirittura ad una dinastia di piloti, ed era nipote di un campione delle corse di inizio secolo. Vale a dire, un pioniere della Formula 1.

La macchina di Levegh si sollevò in aria e si schiantò contro la barriera che divideva la pista dalla tribuna, prendendo fuoco in modo impressionante. Alcuni pezzi della vettura volarono sugli spettatori che affollavano l’area vicino al circuito. Fu il panico. Molti fuggirono scaraventandosi sulle persone vicine, finendo per travolgerle. Alla fine, oltre ai detriti piovuti sulla folla, le fiamme e la calca, si aggiunse anche il problema di un servizio di intervento insufficiente. Furono contati, oltre Levegh, altri 83 morti, con 100 spettatori feriti, anche gravemente. Altre stime parlano di 120-178 feriti, ma alcuni osservatori hanno stimato che il bilancio sia stato molto più alto. Una Messa da requiem partecipatissima si svolse nella cattedrale di Le Mans pochi giorni dopo quello che già appariva come il più grave incidente mai avvenuto nella storia dell’automobilismo. Le conseguenze di questo tragico evento portarono a un radicale cambiamento di mentalità nel motorsport. Alcuni paesi vietarono addirittura le corse automobilistiche per legge (la Svizzera ad esempio le vietò fino all’anno 2015).


I regolamenti sulle costruzioni delle vetture furono riveduti per includere requisiti di sicurezza più rigidi, come l’obbligo di strutture più resistenti, cinture di sicurezza e pannelli di protezione per il pilota. I circuiti stessi furono modificati per migliorare la sicurezza, con l’aggiunta di barriere protettive, zone di fuga e un maggior controllo sulla presenza di spettatori nelle aree pericolose.

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