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film pluripremiato

Il viaggio nel tempo di "Manodopera" finalmente arriva al cinema

Ambientato nel '900 in Piemonte, è la storia della famiglia del regista Alain Ughetto e dei suoi componenti costretti a emigrare

Il viaggio nel tempo di "Manodopera" finalmente arriva al cinema

"Manodopera" capolavoro in animazione del regista Alain Ughetto

Se ne parla da oltre un anno, da quando esordì al festival di Annecy nell’estate 2022, ma solo adesso il film “Manodopera” di Alain Ughetto, capolavoro tutto in animazione prodotto dalla torinese Graffiti, arriva in sala in tutta Italia dal 31 agosto.
Ambientato nel Piemonte di inizio ’900, racconta la storia (vera) della famiglia del regista, costretta a emigrare in direzione Francia attraverso le Alpi per cercare fortuna. «Nella mia famiglia, quando eravamo seduti a tavola, mio padre raccontava sempre che in Italia, in Piemonte, c’era un paese chiamato Ughettera, dove tutti gli abitanti si chiamavano Ughetto, come noi. Quando mio padre morì, decisi di andare a controllare. Esisteva per davvero: Ughettera, la terra degli Ughetto!», confida il regista, che da lì è partito per il suo progetto. «Mio nonno Luigi è morto nel 1942, otto anni prima che io nascessi. Mio padre mi parlava poco di lui e tutto quello che oggi so l’ho appreso un po’ alla volta, interrogando cugine, cugini e zie».
Applaudito e premiato in tutto il mondo nei festival in cui è stato presentato, “Manodopera” è un viaggio nel tempo e nelle tradizioni, meravigliosamente creato con la plastilina e reso vivo dalle emozioni e dai ricordi del regista. Tra confinamento legato al Covid e tempeste di neve, il film è stato girato in gran parte a Beaumont-lès-Valence, negli studios di Foliascope: le riprese sono iniziate a gennaio 2020 e si sono concluse il 31 luglio 2021.


«L’ispirazione è venuta dal tema della trasmissione da mani a mani. Le mani di mio nonno hanno trasmesso il loro sapere alle mani di mio padre; le mani di mio padre, a loro volta, hanno trasmesso il loro sapere a me e ancora oggi lo conservo, e sento il dovere di testimoniarlo. La mano, la mia stessa mano, è diventata a tutti gli effetti un personaggio che agisce nell’universo del film e nell’atelier, durante la sua fabbricazione; la mia mano lavora, pone domande e interviene».
“Manodopera” è ricco di idee, trovate, suggestioni visive nella sua prima metà, la “mano” del suo autore è evidente (in senso metaforico ma anche letterale) e sembra non esserci limite a ciò che può essere creato, con inventiva ed estrema libertà. Ora arriva il test delle sale: il pubblico italiano ha una gemma a disposizione che deve solo decidere di scoprire.

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