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Il cordoglio e la storia

Le Frecce Tricolori: una storia di eccellenza acrobatica

La tragedia di Caselle ha investito uno dei simboli dell'Italia nel mondo

Le Frecce Tricolore

Le Frecce Tricolore

Doveva essere una domenica di festa, con la pattuglia acrobatica a sventolare nel cielo una bandiera tricolore da Guinness dei Primati. Il destino, invece, ha portato a una tragedia, coinvolgendo quello che per tanto tempo è stato un simbolo dell'Italia nel mondo.

Perché c’è un glorioso passato nella tradizione delle Frecce Tricolori che inizia negli anni ’30 quando eccellenti piloti italiani iniziarono a praticare il volo acrobatico per rappresentare l’Aeronautica nelle manifestazioni aeree internazionali e tenere alto l’onore ed il prestigio dell’Italia in campo aeronautico. Ma bisogna giungere agli inizi degli anni ’50 per arrivare alla prima vera pattuglia acrobatica.

La scelta cade sul 4° Stormo appena equipaggiato con i De Havilland DH. 100, meglio noti come  “Vampire”. Nasce così la pattuglia del “Cavallino Rampante” che si esibisce per la prima volta a Roma il 2 giugno 1952 in occasione dell’avioraduno internazionale sull’aeroporto dell’Urbe. Il programma presentato dal “Cavallino Rampante” della durata di circa 30 minuti, vedeva la formazione volare principalmente a “rombo di quattro” per eseguire le figure acrobatiche classiche (looping, tonneau e rovesciamenti).

I De Havilland DH. 100, meglio noti come  “Vampire”

L’esibizione è un successo e non è da meno quella effettuata a Melsbroek in Belgio poche settimane dopo. I vasti consensi e l’entusiasmo suscitati in Italia e all’estero dalla pattuglia del “Cavallino Rampante” inducono l’Aeronautica Militare a dotare la squadriglia di velivoli più moderni e veloci quali il Republic F-84G “Thunderjet” che vanno ad equipaggiare  la pattuglia “Guizzo”. I piloti che la compongono appartengono ai tre gruppi della 5ª Aerobrigata. Il programma della pattuglia “Guizzo” è ampiamente ispirato a quello del team statunitense “Sky Blazers” e viene presentato ufficialmente il 14 aprile 1953 sull’aeroporto di Villafranca.

Republic F-84G “Thunderjet”

Dall’estate del 1953 anche la 51ª Aerobrigata dispone di una formazione acrobatica costituita da quattro F-84G e inizialmente nota come pattuglia “Bellagambi” dal nome del suo capoformazione. Prende così piede, nell’ambito dell’Aeronautica Militare la consuetudine di assegnare ogni anno a un diverso reparto da combattimento il compito di costituire una pattuglia acrobatica. Così, negli anni in Italia e all’estero si alternano le formazioni Bellagamba (poi ribattezzate “Tigri Bianche”), che si misura con successo nelle manifestazioni Nato e i “Getti Tonanti” che nel 1956 offrono uno spettacolo memorabile per l’inaugurazione dello scalo internazionale di Fiumicino.

Per il 1957 la Pattuglia acrobatica rappresentativa è quella del “Cavallino Rampante” della 4ª Aerobrigata che si esibisce con quattro Canadair CL. 13 “Sabre” Mk. 4 (F.86E) dotati, per la prima volta, di un impianto fumogeno regolabile.

Canadair CL. 13 “Sabre” Mk. 4

Nel 1958 i “Diavoli Rossi” diventano la pattuglia acrobatica rappresentativa dell’Aeronautica Militare. La prima presentazione ufficiale avviene il 17 gennaio con una formazione di quattro F-84F, ma già il 15 marzo , a Napoli, i “Diavoli Rossi” si esibiscono con sei velivoli. in quest’ultimo caso il velivolo “fanalino” svolge la funzione di solista catturando l’attenzione del pubblico durante l’assenza della formazione dal cielo campo.  

La prima presentazione ufficiale avviene icon una formazione di quattro F-84F

Il pubblico applaude e “il solista” diventerà un simbolo delle Frecce. Sono gli anni di spettacoli formidabili ma anche di sfide contro le pattuglie di Belgio, Gran Bretagna, Grecia, Portogallo, Stati Uniti e Turchia. E i Diavoli si aggiudicano la competizione indetta dalla Nato. Così la leggenda si arricchisce sempre di più. E arrivano nuove pattuglie con formidabili piloti ad arricchire il patrimonio dell’aeronautica acrobatica, come “i Lanceri Neri” ad affiancare gli ormai celebratissimi Diavoli Rossi.

I Lanceri Neri

In vista delle Olimpiadi di Roma del 1960 gli aerei vennero decorati con i cinque anelli olimpici sulla deriva, accoppiati a colori sgargianti. Figure di rilievo del programma acrobatico sono il doppio tonneau e la bomba che, secondo la tradizione della 5ª Aerobrigata, viene effettuata verso l’alto con il successivo incrocio a bassissima quota: a queste manovre , difficili quanto spettacolari, si aggiunge una nuova figura acrobatica: lo zampillo o il ventaglio.

Lo stesso anno lo Stato Maggiore Aeronautica decide di interrompere la pratica dell’assegnazione dell’incarico di formare la pattuglia acrobatica a rotazione tra le varie Aerobrigate. Nel contempo, infatti, la Forza Armata dispone la costituzione di un reparto espressamente dedicato all’addestramento acrobatico e in grado quindi di perfezionare la preparazione dei piloti evitando così di disperderne le preziose esperienze.

Il 1° luglio 1961 viene così ufficialmente costituito , sull’aeroporto di Rivolto, il 313° Gruppo Addestramento Acrobatico nel quale confluiscono piloti già appartenuti sia ai “Diavoli Rossi” che alle “Tigri Bianche”. I velivoli in dotazione, invece, sono sei CL.13 provenienti dalla 4ª Aerobrigata senza dubbio più adatti all’impiego acrobatico con una livrea blu scuro, le superfici inferiori tricolori e un grande rombo azzurro in fusoliera contenente una freccia nera. I Sabre cambiano poi la loro colorazione ed adottano le tre celebri frecce bianco-rosso-verdi sulla fiancata e delle lettere giallo-oro in coda che vengono poi sostituite da un numero progressivo dello stesso colore. Infine, collocata alla base della deriva compare la scritta “FRECCE TRICOLORI” in bianco.

313° Gruppo Addestramento Acrobatico

Il 28 dicembre 1963 le “Frecce Tricolori” ricevono i primi due di circa venti esemplari del nuovo caccia tattico leggero Fiat G.91 opportunamente modificati per l’addestramento acrobatico. Tra le principali modifiche apportate a questi velivoli, denominati G.91 PAN, viene montato anche un impianto fumogeno - alimentato da apposite taniche sub alari - mentre al posto delle armi di bordo sono installati speciali contrappesi sagomati. Per la prima volta, dalla fine della seconda guerra mondiale, una pattuglia acrobatica dell’ Aeronautica Militare viene equipaggiata con un velivolo da combattimento di progettazione e costruzione interamente italiane.

Con la consegna dei G.91 PAN le “Frecce Tricolori” mettono a punto due distinti programmi di volo - uno alto e uno basso, quest’ultimo adottato in caso di avverse condizioni meteorologiche - nei quali vengono inserite figure celebri come il cardioide, il doppio tonneau, l’Arizona, la bomba e  successivamente l’Apollo 313.

G.91 PAN

Con il G.91 i piloti delle “Frecce Tricolori” riescono a esprimersi al meglio e questo consente di riscuotere grandi successi in Italia ed all’estero e di occupare , a pieno diritto, un posto di assoluto rilievo tra i principali team acrobatici del mondo. Il G91 equipaggia la Pattuglia Acrobatica Nazionale per 18 gloriosi anni, durante i quali i piloti delle Frecce Tricolori ricevono onori e riconoscimenti in tutto il mondo.

Nel 1982 il G.91PAN viene sostituito dall’Aermacchi MB.339, un altro successo dell’industria nazionale e già utilizzato per l’attività di addestramento al volo basico degli allievi piloti.

Aermacchi MB.339

Nel corso degli anni il programma delle Frecce Tricolori viene perfezionato ed arricchito di nuove figure la cui impostazione, oltre alle esigenze di spettacolarità, tiene soprattutto conto della sicurezza. Tale aspetto, seppur tenuto sempre nella massima considerazione, diviene oltremodo prioritario dopo il gravissimo incidente di Ramstein dove nell’agosto del 1988, durante un’esibizione, rimangono coinvolti tre MB.339. Un lungo glorioso cammino fino a oggi quando uno stormo di gabbiani ha intercettato uno degli aerei e provocato una tragedia che non potrà essere dimenticata.

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