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Juventus Segreta: ecco chi ha fatto cacciare Andrea Agnelli...

Le rivelazioni, il piano di Calciopoli e la "trappola" degli Elkann nel libro di Gigi Moncalvo

Juventus Segreta: ecco chi ha fatto cacciare Andrea Agnelli...

È passato ormai più di un anno - era il 18 gennaio 2023 - da quando Andrea Agnelli e l’intero Cda della Juventus si sono dimessi di fronte al maremoto dell’inchiesta su bilanci e plusvalenze. E così, nell’anno del centenario del legale fra la Famiglia e la Juve, non c’è un Agnelli alla guida del club. Una caduta dolorosa quella del presidente dei nove scudetti consecutivi, dello Stadium e del ritrovato orgoglio. Causata dalla sua smania di andare oltre i limiti, dal circondarsi di collaboratori dannosi, da un piano del cugino John Elkann e, non ultimo, da una donna. Questa è la storia segreta della fine degli Agnelli in bianconero.

A raccontarla è il giornalista e scrittore Gigi Moncalvo in “Juventus segreta” (Vallecchi, 26 euro), una cronistoria, un racconto dietro le quinte dell’ultima brutta fase di una guerra di potere in bianconero che, però, parte addirittura fin da Calciopoli. Con un “colpevole” spoilerato da subito: John Elkann, secondo Gigi Moncalvo, al quale «della Juventus non importa nulla».

Ma rimaniamo sulla figura principale, ossia Andrea Agnelli. Lasciato fuori nel momento drammatico della B e della ricostruzione - Calciopoli qui appare “cavalcata” per far fuori Moggi e Giraudo nel timore si prendessero la società -, messo al timone quando la gestione di Elkann e i suoi uomini, ossia la sventurata accoppiata Blanc-Cobolli Gigli, a un certo punto non si è reso conto di aver infilato sempre più la testa nel «cappio» preparato dal cugino. L’ingaggio di CR7, la follia della Superlega, il bilancio in rosso sistemato solo con le richieste di investimenti all’azionista Exor diventano però nulla di fronte al guaio principale. Cherchez la femme, come al solito. In questo caso, è la seconda moglie di Andrea Agnelli, ossia Deniz Akalin, sedicente indossatrice turca, che però era sposata con il suo amico Francesco Calvo. Ecco, portare via la donna all’amico è stata la cosa che avrebbe fatto indispettire una figura sempre un po’ in disparte nell’universo bianconero-finanziario che è l’impero Agnelli/Elkann, ossia Lavinia Borromeo coniugata Elkann (con il suo rovello segreto di non poter essere una Donna Agnelli).

Non che a lei della Juventus importi chissà che - basta vedere le facce che fa quando è allo Stadium o come, in una festa scudetto, guarda il consorte con indosso la maglietta da gioco - ma la bionda e discreta consorte di John Elkann, scrive Moncalvo, avrebbe avuto un peso importante nel siluramento di Andrea e non solo suo. Perché, per esempio, a Gigi Buffon non è stata data la poltrona di dirigente da sempre ventilata? Sarà solo un caso che una delle migliori amiche di Lavinia sia Alena Seredova, ora sposata a un Nasi e chissà chi sarà stata a presentarglielo?

E non solo. Bisogna ricordare che, in Cda, a un certo punto Andrea Agnelli si è trovato sfiduciato, con la bufera del bilancio contestato partita dagli appunti, e dal rifiuto di obbedire e firmare di una consigliera. Unita alla "fronda" di un'altra consigliera, strettissima collaboratrice nelle vicende Exor di John Elkann.

Retroscena calcistico-finanziari che si leggono con avidità - soprattutto conoscendo i riscontri effettivi che si riconoscono nelle pagine -, ma avvincente il racconto di una rivalità tutta famigliare che si incrocia con il controllo della Famiglia e dell’impero da 34 miliardi e persino le guerre per l’eredità. Una Dynasty che va oltre l’ormai dimenticato riserbo sabaudo, un dramma in stile Succession con i tifosi spettatori, manco troppo lieti.

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