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L'INTERVISTA DELLA SETTIMANA

Alessandra Mussolini: «Tradimenti e segreti. Vi racconto la vera storia della mia famiglia»

L'onorevole a tutto campo: dal rapporto con il padre assente a quello che è successo tra nonna Romilda, mamma Maria e zia Sophia Loren

Alessandra Mussolini

Alessandra Mussolini

Tradimenti. Segreti. Passioni. Quando Alessandra Mussolini parla della sua famiglia lo fa con l’attenzione che si usa per sbrogliare una matassa di cui oggi, finalmente, è venuta a capo. «Ho lavato i panni sporchi fuori casa» scherza Mussolini, parlando del libro in cui racconta la storia più intima dei suoi affetti: dalla scelta della nonna Romilda di preferire zia Sophia Loren alla madre, alle pensanti assenze del padre, passando per il rapporto speciale con la sorella Elisabetta.
Il piglio però cambia quando Mussolini inizia a discutere di politica. «Forza Italia è prima forza in Europa. Fratelli d’Italia deve venire da noi quando vuole far passare degli emendamenti. La Lega è inesistente» si infiamma.

Onorevole, come sta? La settimana scorsa l’abbiamo vista sconvolta dopo l’aggressione in strada a Strasburgo.
«Sto bene. È stato ovviamente un episodio molo sgradevole. Quell’uomo poteva avere un coltello o chissà cos’altro».
Ha scoperto chi fosse o il perché di tanta foga?
«Grazie a Dio è tutto passato. Non ho fatto denuncia».
Secondo lei è stata una vendetta legata al cognome che porta?
«Mi ha riconosciuta di sicuro, ma nulla più di quello. Ho solo incontrato un pazzo».
In un’intervista recente si è definita “un cimelio vivente” di suo nonno Benito.
«Sono stata travisata. I giornalisti, a volte, scrivono quello che pensano loro e non quello che dico io. Non sono affatto un cimelio vivente. È la mia famiglia, punto».




È realistico oggi parlare ancora di fascismo? O è un gioco della sinistra per screditare il centrodestra?

«Guardi, ci sono talmente tanti problemi che è assurdo, nel 2024, tirare fuori certi argomenti. Emergono quando si vogliono nascondere questioni reali. Preferirei parlare di come va la sanità, di come va l’economia e del lavoro che non c’è».
Tra meno di 100 giorni si vota. Perché si parla così poco delle Europee nonostante i gravissimi eventi che ci incalzano, dall’Ucraina al conflitto Israelo Palestinese, fino agli attacchi terroristici sul Mar Rosso che danneggia gravemente la nostra economia?
«Si dovrebbe parlarne molto di più. Anche perché tutte le scelte che si fanno in Europa poi ricadono come indirizzi e, a volte, come leggi e regolamenti, sui paesi membri. Ad esempio, come italiani abbiamo bloccato la deriva estremista green sulla certificazione energetica e sulla qualità dell’aria. Ricordo quando Alberto Cirio, che è una persona che stimo molto e posso definirlo un amico, spiegò che secondo quelle regole la pianura padana sarebbe risultata non virtuosa e penalizzata, quando il problema era di natura geografica e non politica. E poi le dico un’altra cosa: il Parlamento Europeo non è l’Italia».
Cosa intende?
«Forza Italia in Europa è determinante perché fa parte del Ppe, anche se qui in Italia ha altre percentuali. Il Ppe decide. Se ci mettiamo con il S&D o si cambia, cosa che non credo, noi restiamo determinanti. Fratelli d’Italia lo è molto meno. La Lega è inesistente per incidente. Quando Fratelli d’Italia vuole far passare degli emendamenti, viene da noi e noi per farli approvare. Siamo la vera forza moderata determinante in Europa. Ma temo che la gente non colga la profonda differenza tra la politica europea e quella italiana».
A proposito di Fdi, come sta di salute il Governo Meloni?
«A me interessa come sta l’Italia. E vedo ad esempio che vogliamo sburocratizzare, ma poi per fare un passaporto ci vuole almeno un anno. Serve dare uno scossone. La semplificazione porta meno corruzione, più vantaggi e velocità».
Però non mi ha risposto su Meloni.
(sorride e glissa ndr) «Io sono in Europa».
A proposito, si ricandida?
«Ora sono nel collegio del Centro, ma potrebbe esserci uno spostamento al Sud. Napoli torna sempre nella mia vita nei momenti importanti. Vediamo quello che succede, non si possono più fare previsioni e programmi. E forse è pure meglio. Viviamo quello che c’è. Non si sa mai cosa fanno i partiti».
Parliamo di donne e di politica. È un mestiere per soli uomini? O come dice ancora oggi Alba Parietti “basta con le gambe che vincono sul cervello”?
«Non è per niente un mestiere per soli uomini. Le donne fanno molto meglio in tutti i sensi. Le dirò di più: io fossi un uomo mi farei da parte».
Addirittura?
«E beh, se ci fossero state più donne al potere non so se ci sarebbero state tutte queste guerre, stragi e questi conflitti infiniti e inutili. Penso che l’impegno e il modo di vedere la società delle donne sia fondamentale».




Verrà a Torino per il Salone Internazionale del Libro a presentare “Il gioco del buio”, in cui parla della sua famiglia. Dal papà, grande jazzista, alla zia Sophia Loren.

«Di zia in realtà non parlo molto. È soprattutto la storia d’amore tra mio padre e mia madre e tutto ciò che ne consegue. È uno spaccato privato e intimo di una famiglia pubblica».
Ci anticipa un qualche aneddoto? Senza spoilerare.
«Si parla di un tradimento, ma non è quello tra marito e moglie. È avvenuto tra mia nonna Romilde e mia madre Maria. Lei ha costruito con zia Sophia e ha tentato di distruggere mia madre. Come se una figlia venisse premiata e un’altra sacrificata. A volte nelle famiglie succede anche questo. C’erano da mettere insieme dei pezzi del puzzle e questo libro è stata una sorta di formazione per me e mia sorella. Si parla anche della quotidianità che è mancata con mio padre. La figura maschile, in generale, è un po’ ai margini nel libro, perché è stata ai margini nella mia vita. Dopotutto i miei genitori hanno divorziato che io ero molto piccola».


Parliamo di Alessandra allora. Ci racconti com’era da ragazza.
«Io e mia sorella siamo state molto legate, dormivamo insieme. C’è sempre stato uno scambio molto importante, che non è mai finito. Anzi, ora che mamma è anziana mia sorella ha sostituito tutte le chiamate che facevamo. È un rapporto molto speciale».

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