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Immobiliare
05 Settembre 2024 - 06:15
Negli ultimi anni, l’Italia ha assistito a un preoccupante aumento degli edifici abbandonati e delle case fatiscenti, un fenomeno che non risparmia nemmeno i grandi centri urbani. Secondo un recente studio di Confedilizia, il numero di immobili in stato di degrado è cresciuto del 123% dal 2011 al 2023, passando da 278.000 a oltre 620.000 unità. Questo incremento riflette un declino socioeconomico che colpisce diverse aree del Paese, dalle zone rurali alle metropoli.
Le ragioni di questo boom sono molteplici. L’introduzione dell’Imu nel 2011 ha contribuito significativamente all’abbandono degli immobili, rendendo oneroso il mantenimento delle proprietà. Inoltre, la mancanza di investimenti e la difficoltà nel trovare acquirenti o affittuari hanno aggravato la situazione, soprattutto nelle aree meno popolate e nelle periferie urbane.
Sebbene il fenomeno sia più evidente nelle zone rurali, anche le grandi città italiane stanno registrando un aumento degli edifici in disuso. Questo trend è particolarmente preoccupante perché influisce negativamente sulla qualità della vita urbana, contribuendo al degrado ambientale e sociale. Le aree con un alto numero di edifici abbandonati tendono a sperimentare un aumento della criminalità e una diminuzione del valore immobiliare, creando un circolo vizioso difficile da interrompere.
Roma, in particolare, ha assistito ad un incremento vertiginoso del numero di abitazioni fatiscenti, passato da 459 a 1.820 nel corso di dodici anni. Milano ha riscontrato un aumento più moderato, pari al 30%, ma non è esente da questo problema. La città di Napoli si trova in una condizione analoga, con il numero di edifici in stato di degrado che è triplicato negli ultimi anni, raggiungendo un totale di 707. Tuttavia, è Palermo a guadagnarsi il triste primato tra i grandi centri urbani, con ben 3.810 ruderi sul proprio territorio.
L'emergenza degli immobili abbandonati diventa ancor più drammatica nelle aree interne del nostro Paese. Regioni meridionali come Calabria e Sicilia, così come le aree montane del Piemonte, sono particolarmente colpite da questo fenomeno. Il declino demografico e la carenza di opportunità economiche stanno trasformando molti di questi territori in veri e propri deserti immobiliari. Queste zone vedono un incremento preoccupante di edifici abbandonati, rendendo la situazione sempre più critica.
Per affrontare questa emergenza, Confedilizia ha proposto diverse misure, tra cui l’esenzione totale dall’Imu per i comuni con meno di 3.000 abitanti, che sono particolarmente colpiti dal fenomeno. Si stima che tale intervento potrebbe costare circa 800 milioni di euro, ma rappresenterebbe un aiuto concreto per i piccoli proprietari immobiliari. Inoltre, si propone l’eliminazione dell’imposta sugli immobili inagibili o inabitabili, attualmente soggetti a una riduzione del 50%, con un costo stimato di circa 50 milioni di euro.
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