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DESIDERIO O DISTURBO
08 Gennaio 2025 - 07:15
Immagine di repertorio
Chi non ha mai desiderato rimanere a letto un po' più a lungo, specialmente in quelle mattine grigie in cui affrontare la giornata sembra un'impresa? Ma quando quel richiamo diventa irresistibile, potrebbe trattarsi di clinomania, una condizione che va oltre la semplice pigrizia. Cos'è davvero questa attrazione quasi ossessiva verso il letto? E come possiamo affrontarla?
Clinomania: un disturbo complesso, non solo pigrizia
Il termine "clinomania" deriva dal greco klino (letto) e mania (dipendenza) e descrive un bisogno eccessivo e persistente di restare a letto. Non è solo una questione di sonno prolungato: chi ne soffre può dormire fino a 12-13 ore a notte senza mai sentirsi realmente riposato. Questa condizione è spesso il segnale di problematiche più profonde, come depressione, ansia o altri squilibri psicofisici, e può interferire significativamente con la vita quotidiana.
Quando il letto diventa un rifugio (e una prigione)
Le cause della clinomania sono varie e complesse. Per alcuni, il letto rappresenta una via di fuga dalla realtà, un rifugio dalle difficoltà quotidiane. Per altri, può essere il risultato di squilibri ormonali, carenze nutrizionali o uno stile di vita sedentario. La depressione è tra le cause principali: la mancanza di energia e l’apatia che ne derivano spingono chi ne soffre a cercare conforto nel sonno.
I sintomi più comuni includono stanchezza cronica, difficoltà di concentrazione, isolamento sociale e una persistente sensazione di svogliatezza. Quello che sembra un rifugio sicuro, però, rischia di diventare una prigione se non si interviene per interrompere il circolo vizioso.
Clinomania e disania: differenze e punti in comune
Spesso la clinomania viene confusa con la disania, una condizione in cui alzarsi dal letto diventa quasi impossibile. Mentre la clinomania si manifesta come il desiderio di restare a letto, la disania rappresenta uno stadio più grave, in cui l’impossibilità di abbandonare il letto compromette drasticamente la vita sociale, familiare e lavorativa. Entrambe, però, sono strettamente legate a disturbi come la depressione e richiedono un trattamento mirato.
Come affrontare la clinomania: passi pratici e terapie
Affrontare la clinomania richiede di intervenire sulle cause sottostanti. Secondo gli esperti, cambiare alcune abitudini quotidiane può fare la differenza: seguire un’alimentazione bilanciata, fare attività fisica regolare e mantenere una routine del sonno stabile sono i primi passi. La terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace nel modificare pensieri e comportamenti disfunzionali legati al sonno.
In alcuni casi, regolare i ritmi circadiani può aiutare: integratori come la melatonina sono utili per ristabilire il ciclo sonno-veglia. Tuttavia, per chi soffre di clinomania, è essenziale rivolgersi a uno specialista, che potrà valutare la necessità di farmaci specifici, come gli inibitori della ricaptazione della serotonina.
Il letto: da bozzolo protettivo a luogo di rinascita
La clinomania non è una condanna definitiva. Con il giusto supporto, è possibile trasformare il letto da rifugio in un punto di partenza per affrontare con energia le sfide quotidiane. Il primo passo? Riconoscere il problema e affidarsi a professionisti per ritrovare il proprio equilibrio psicofisico.
La clinomania non è un semplice "vizio" né una condizione irreversibile. Con il giusto approccio, è possibile rompere il circolo vizioso e trasformare il letto da prigione mentale a luogo di riposo rigenerante. Affidarsi a specialisti, adottare nuove abitudini e lavorare sulle proprie fragilità possono fare la differenza. Riprendersi la vita, un passo alla volta, è il primo traguardo per tornare a vivere le giornate con pienezza e consapevolezza.
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