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LAVORO & BENESSERE
23 Gennaio 2025 - 12:11
Immagine di repertorio
Non è un segreto che il lavoro in Italia attraversi una crisi di soddisfazione. Il nostro Paese si colloca in fondo alla classifica europea per la qualità della vita lavorativa, come evidenziato dal rapporto "European Workforce Study 2025" di Great Place to Work che ha coinvolto 25.000 lavoratori di 19 paesi europei. Questo dato allarmante spinge a chiedersi perché, mentre altri paesi europei avanzano, l’Italia continui a rimanere indietro.
I dati
Come emerge dal rapporto, l'Italia continua a soffrire di un evidente divario nella soddisfazione lavorativa. Soltanto il 43% dei lavoratori italiani considera la propria azienda un 'ottimo luogo di lavoro'. Questo ci pone dietro nazioni come Grecia (44%), Polonia (47%) e Cipro (53%). Al contrario, i paesi scandinavi dominano la classifica con tassi di soddisfazione che superano il 70%: Danimarca (75%), Norvegia (73%) e Svezia (68%).
Nel complesso, la soddisfazione lavorativa media in Europa si attesta al 59%, superando di ben 16 punti quella italiana. Questo divario mette in luce significative differenze tra i vari Paesi e settori. Tra i settori più apprezzati emergono tecnologia (65%), finanza (63%) e servizi professionali (62%). Tuttavia, l'insoddisfazione resta diffusa: meno della metà dei manager europei (48%) prende seriamente in considerazione i suggerimenti dei dipendenti.
Per comprendere meglio il quadro, il rapporto identifica cinque fattori cruciali per il benessere dei dipendenti: rispetto, equilibrio tra lavoro e vita privata, sicurezza psicologica, leadership coerente e retribuzione equa. La scarsa attenzione a questi aspetti si riflette nei dati. Solo il 42% dei leader europei concede autonomia ai propri collaboratori, e in Italia questa percentuale scende ulteriormente, al 38%, per quanto riguarda la sicurezza psicologica.
Il legame tra leadership e performance aziendali è evidente e centrale per il successo organizzativo. Il rapporto sottolinea l'importanza della “leadership di fiducia”, basata su credibilità, equità e rispetto. In Italia, meno della metà dei lavoratori (44%) si fida del proprio responsabile, contro una media europea del 55%. I paesi nordici, come Danimarca (64%) e Paesi Bassi (63%), dominano anche questa classifica.
Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia, commenta a Il Sole 24 Ore: «La qualità della leadership ha un impatto diretto sulle performance aziendali. Solo il 4% dei lavoratori è soddisfatto nelle organizzazioni in cui manca una leadership credibile, contro l’89% di soddisfazione registrato nei migliori ambienti di lavoro europei».
Un altro aspetto chiave è l'impatto diretto della soddisfazione lavorativa sulla produttività. I paesi che eccellono nella creazione di ambienti di lavoro inclusivi, come Danimarca e Paesi Bassi, registrano livelli di produttività superiori, misurati in PIL per ora lavorata. Al contrario, Italia, Grecia e Polonia segnano un ritardo medio di 15 punti percentuali rispetto ai migliori performer.
Lo studio individua inoltre i dieci motivi principali di insoddisfazione: mancanza di apprezzamento da parte del management, dialogo inefficace, assenza di premi, stipendi inadeguati, esclusione dai processi decisionali, favoritismi, welfare assente, scarsa comunicazione su diversità e inclusione, meritocrazia carente e redistribuzione degli utili insufficiente.
Investire sul benessere dei dipendenti non è più un'opzione, ma una necessità per migliorare le performance aziendali e rafforzare la competitività del Paese. La strada è tracciata: occorre puntare su leadership di fiducia, equità e rispetto per costruire un futuro migliore per il lavoro in Italia e in Europa.
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