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Robot umanoidi e interfacce capaci di interpretare i pensieri: gli obiettivi di Meta con AI

Il colosso di Mark Zuckerberg ha presentato i nuovi studi in collaborazioni con gli istituti di neuroscienze

Robot umanoidi e interfacce capaci di interpretare i pensieri: gli obiettivi di Meta con AI

Foto di repertorio

Restituire la voce a chi l’ha persa e ridefinire il rapporto tra uomo e macchina: sono questi gli obiettivi delle ultime ricerche condotte da Meta, che promettono di rivoluzionare la nostra comprensione dell’intelligenza umana. Il colosso guidato da Mark Zuckerberg ha infatti presentato nuovi studi in collaborazione con alcuni dei più importanti istituti di neuroscienze e intelligenza artificiale, delineando scenari che fino a pochi anni fa sembravano appartenere alla fantascienza.

Tra i progetti più ambiziosi portati avanti dal laboratorio FAIR (Fundamental Artificial Intelligence Research) di Meta spicca un modello AI capace di decodificare il linguaggio dal cervello con una precisione senza precedenti. Utilizzando tecniche avanzate di magnetoencefalografia (MEG), i ricercatori sono riusciti a interpretare le frasi pensate dai partecipanti allo studio con un’accuratezza dell’80%, raddoppiando la precisione rispetto alle tecnologie attuali basate sull’elettroencefalografia.

Si tratta di un passo significativo verso la realizzazione di interfacce cervello-computer, in grado di restituire la capacità di comunicare a persone che non ne hanno la possibilità. Un altro fronte di ricerca riguarda la trasformazione dei pensieri in azioni motorie. Grazie alla collaborazione con il Basque Center on Cognition, Brain and Language, il team di FAIR ha ricostruito frasi complete a partire dai segnali cerebrali, svelando il modo in cui il cervello organizza le parole prima ancora che vengano pronunciate.

"Decifrare il codice neurale del linguaggio umano è una delle sfide più complesse delle neuroscienze e dell’intelligenza artificiale", sottolineano da Meta. Per affrontarla, l’azienda sta lavorando con alcune delle istituzioni più prestigiose del settore, tra cui NeuroSpin (CEA), Inria, ENS-PSL, CNRS e la Rothschild Hospital Foundation di Parigi.

Ma le ambizioni di Meta non si fermano alla comprensione del linguaggio. Un altro filone di sviluppo riguarda la creazione di robot in grado di interagire con gli esseri umani in modo sempre più naturale. È qui che entra in gioco PARTNR, un framework di ricerca open source pensato per addestrare le macchine a comprendere e rispondere ai bisogni delle persone in tempo reale.

Testato con successo su robot, PARTNR ha superato gli standard di riferimento in termini di velocità e prestazioni, riuscendo a scomporre azioni complesse per migliorare l’interazione con gli utenti. Il sistema, basato su un vasto dataset e su simulazioni avanzate, punta a creare umanoidi capaci di supportare l’uomo nella vita quotidiana, dalle consegne ai compiti domestici.

Per sviluppare questa tecnologia, Meta ha sfruttato l’esperienza maturata con le sue piattaforme di simulazione Habitat, utilizzate per addestrare i robot in ambienti virtuali prima di testarli nel mondo reale. Grazie a Habitat 3.0, l’azienda sta ora sperimentando modelli più sofisticati, in grado di adattarsi dinamicamente ai comportamenti e alle esigenze degli utenti.

L’obiettivo finale? Creare sistemi avanzati di intelligenza artificiale (AMI - Advanced Machine Intelligence), capaci di comprendere e rispondere a bisogni umani complessi. Dall’elaborazione del linguaggio alla robotica, Meta sta tracciando una nuova direzione nel rapporto tra uomo e macchina.

Se questi studi manterranno le loro promesse, il futuro potrebbe essere più vicino di quanto immaginiamo: un futuro in cui l’intelligenza artificiale non sarà più solo uno strumento, ma un vero e proprio alleato per la nostra comunicazione, il nostro lavoro e la nostra vita quotidiana.

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