Donald Trump, noto per il suo approccio diretto e spesso controverso, ha riacceso l'interesse globale per la Groenlandia, un territorio autonomo della Danimarca. La sua proposta di acquisto, ventilata per la prima volta nel 2019, ha sollevato interrogativi su quanto sia in gioco in termini di risorse e sicurezza nazionale. Ma davvero la Groenlandia è un'opportunità imperdibile?
Gli Stati Uniti hanno già effettuato acquisizioni territoriali significative, come l'acquisto della Louisiana nel 1803 e dell'Alaska nel 1867. Tuttavia, il contesto attuale è molto diverso. L'Economist ha ipotizzato un prezzo di almeno 50 miliardi di dollari per la Groenlandia, una cifra che renderebbe ogni groenlandese milionario. I vantaggi sono molteplici: l'isola è ricca di risorse naturali, tra cui gas, petrolio e 43 dei 50 minerali critici per il governo americano, essenziali per la produzione di attrezzature militari e dispositivi legati all'energia verde. Con i ghiacci che si sciolgono, le risorse minerarie diventano più accessibili e le acque più navigabili. Russia e Cina sono pronte ad aprire nuove rotte commerciali e militari, aumentando la competizione nella regione. Per Trump, la Groenlandia rappresenta una posizione strategica per scoraggiare la presenza di navi russe e cinesi. Attualmente, gli Stati Uniti mantengono una base spaziale nel nord della Groenlandia, parte del sistema di allerta missilistica di Washington. Tuttavia, una Groenlandia sotto controllo americano potrebbe offrire un presidio ancora più solido.
L'attuale premier, Mute Egede, è un sostenitore dell'indipendenza, e circa due terzi dei groenlandesi sembrano essere d'accordo con lui. Tuttavia, la questione dell'indipendenza è complessa. La Danimarca garantisce ampie autonomie e sussidi significativi, che coprono oltre la metà del bilancio groenlandese. L'economia dell'isola si basa principalmente sulla pesca, sugli impieghi statali e su un po' di turismo. La prospettiva di un futuro indipendente è legata allo sviluppo delle risorse minerarie, ma questo richiede competenze e manodopera che la Groenlandia attualmente non possiede.
La Groenlandia potrebbe aver bisogno di lavoratori stranieri per sfruttare appieno le sue risorse, ma anche piccole dosi di immigrazione potrebbero avere un impatto demografico significativo. Ogni nuova miniera potrebbe richiedere circa 300 lavoratori specializzati dall'estero, un cambiamento che preoccupa il governo. Un sondaggio recente indica che quasi il 60% dei groenlandesi desidera una cooperazione più stretta con l'America. Un accordo di libero scambio potrebbe emancipare l'economia dai sussidi danesi e rafforzare la difesa e la sicurezza dell'isola. Come ha dichiarato il premier Egede: "Non vogliamo essere danesi. Non vogliamo essere americani. Vogliamo essere groenlandesi". La Groenlandia deve quindi valutare attentamente le sue opzioni, mantenendo aperte tutte le possibilità, inclusa un'eventuale offerta di Trump.
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