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MODA & DIRITTI

Birkenstock perde la battaglia sul design, «la suola non è un marchio»

La Corte tedesca respinge il ricorso del colosso delle calzature, Goldstar vince ma la disputa legale non è ancora chiusa

Birkenstock perde la battaglia sul design, «la suola non è un marchio»

Immagine di repertorio e Birkenstock 1964 (Fonte Birkenstock/ Instagram)

La tutela del design industriale cambia volto. Con una sentenza storica, la Corte Federale di Giustizia Tedesca ha stabilito che il battistrada delle celebri calzature Birkenstock non può essere registrato come marchio di fabbrica. Una decisione che mette fine a una battaglia legale durata anni e potrebbe ridisegnare le strategie di protezione dei brand di moda.

Tutto è iniziato nel 2015, quando Birkenstock ha accusato l’italiana Rafting Goldstar di aver copiato il disegno della suola. Dopo una serie di sentenze sfavorevoli – dalla Corte di Giustizia Europea nel 2018, al tribunale del Benelux, fino alla Corte d’Appello di Parigi nel gennaio 2025 – l’ultima parola è arrivata dalla Corte Federale Tedesca, che ha respinto il ricorso dell’azienda tedesca.

Al centro della disputa c’è una domanda chiave: il disegno di un prodotto può essere tutelato come un’opera creativa? Birkenstock, fondata nel 1774 e sinonimo di comfort e qualità, ha sostenuto che il caratteristico battistrada delle sue calzature fosse un segno distintivo meritevole di protezione. Ma la Corte ha ribadito che un design industriale, per quanto riconoscibile, non rientra nei parametri necessari per ottenere la tutela del diritto d’autore.

Goldstar, con sede tra San Mauro Pascoli e altre località dell’Emilia-Romagna, ha preso parte alla disputa portata avanti negli anni. L’azienda, guidata dalla famiglia Silvagni e proprietaria di marchi come Valleverde e Biochic, ha seguito il contenzioso fino alla decisione della Corte.

Ma la questione non è chiusa. Birkenstock, oggi controllata da un fondo d’investimento legato a Bernard Arnault, non intende arrendersi. L’azienda sta già valutando nuove azioni legali in altri paesi europei, tra cui l’Italia, nel tentativo di proteggere il proprio marchio con strumenti alternativiQuesta vicenda segna un punto di svolta. Non tutto può essere registrato come marchio, ma quali alternative restano a chi crea design innovativi? Il futuro della tutela del design industriale è più incerto che mai.

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