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LA TRUFFA

Truffa a nome Istat: finta mail ruba dati personali e aziendali

Il messaggio circola via email con oggetto statistico: l’Istat smentisce e mette in guardia contro il rischio phishing

Truffa a nome Istat: finta mail ruba dati personali e aziendali

Immagine di repertorio

Sembra una comunicazione ufficiale, ben scritta, con il logo giusto e toni formali. E invece è una truffa. Una delle più insidiose, perché sfrutta il nome dell’Istat – l’Istituto nazionale di statistica – per entrare nei computer di aziende e cittadini e rubare dati preziosi.

L’allarme arriva proprio dall’Istat, che in queste ore mette in guardia da un’ondata di email fasulle: chi le riceve viene invitato a partecipare a una fantomatica rilevazione sulle relazioni economiche nazionali e internazionali. Il tutto condito da spiegazioni apparentemente credibili e da una richiesta: inviare informazioni personali.

Non è un’indagine vera, ma un attacco di phishing, cioè una truffa informatica che mira a carpire dati sensibili attraverso messaggi costruiti ad arte. In questo caso, i truffatori non tentano nemmeno di forzare un sistema: si fingono semplicemente chi non sono, e aspettano che sia la vittima ad aprire la porta.

Secondo l’Istat, i messaggi stanno colpendo in particolare il mondo delle imprese, ma il rischio riguarda chiunque riceva la mail. Basta un clic su un link o l’apertura di un allegato per compromettere un intero sistema.

Eppure qualche campanello d’allarme c’è. L’Istat ricorda che tutte le sue rilevazioni ufficiali seguono procedure rigorose e tracciabili. Se non c’è stata una comunicazione diretta da parte dell’Istituto, se l’indagine non è consultabile sul sito ufficiale, se qualcosa “suona strano”, è meglio non fidarsi.

Il consiglio è semplice ma decisivo: non rispondere, non cliccare, non scaricare nulla. E se il messaggio è già arrivato, cestinarlo immediatamente. Ancora una volta, la truffa passa dalla fiducia mal riposta. E in un’epoca in cui le mail governative e istituzionali fanno parte della vita quotidiana, distinguere tra vero e falso non è mai stato così importante.

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