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01 Aprile 2025 - 22:30
Fare un bonifico a un amico o a un parente in occasione di una laurea, un matrimonio o un evento importante è ormai una pratica sempre più comune. Rapido, tracciabile, sicuro: il trasferimento di denaro via home banking è diventato il modo più comodo per fare un regalo senza passare dalla busta.
Ma c’è un dettaglio che può fare la differenza tra un gesto generoso e un potenziale grattacapo fiscale: la causale del bonifico. Una dicitura sbagliata – o peggio, omessa – può far scattare controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate. E sebbene una causale ben scritta non garantisca l’esenzione da verifiche, di certo può aiutare a evitare situazioni spiacevoli.
Il bonifico non è una cartolina. Evitare messaggi affettuosi, auguri, ringraziamenti o frasi generiche come “per te” o “grazie di tutto” è fondamentale. Espressioni di questo tipo possono insospettire il Fisco, che potrebbe interpretarle come pagamenti non dichiarati per prestazioni lavorative. Altro errore da evitare: non indicare affatto la causale. In molti casi il sistema impedisce di proseguire, ma quando possibile, inviare un bonifico senza specificare nulla significa esporsi inutilmente a controlli.
Non esiste una formula magica, ma ci sono indicazioni utili per chi vuole agire con cautela. Se si tratta di un regalo, è bene specificarlo chiaramente. Meglio ancora se si aggiunge il motivo (es. “regalo matrimonio”), la relazione tra mittente e beneficiario (“nipote”, “amico”), e il nome del destinatario. Nel caso in cui non vi sia parentela, conviene essere ancora più precisi sulle ragioni del trasferimento.
Un’altra variabile da considerare è la somma. Il Codice civile stabilisce che le donazioni di valore non modico devono avvenire tramite atto pubblico e con l’intervento di un notaio. Tradotto: se si vuole regalare una somma consistente, meglio prima sentire un professionista. Altrimenti, il rischio è che il bonifico venga considerato nullo o che scattino controlli di natura patrimoniale.
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