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Dall'estero
04 Aprile 2025 - 21:30
In Tunisia, un numero crescente di giovani senza lavoro sta trovando una fonte di guadagno inaspettata: la raccolta delle lumache. Armati di sacchi di plastica, si avventurano tra rocce e vegetazione per raccogliere questi molluschi, che poi vendono nei mercati locali. Il motivo di questo ritorno alle origini è semplice: con i prezzi dei generi alimentari in costante aumento, le lumache rappresentano un'alternativa accessibile per molte famiglie.
Studi archeologici dimostrano che le lumache sono parte della dieta tunisina da oltre 7.000 anni. Oggi, in un contesto economico difficile, tornano ad essere una valida alternativa alle costose carni rosse. Ricche di proteine, povere di grassi e abbondanti in ferro, calcio e magnesio, offrono un eccellente profilo nutrizionale a costi contenuti. Non solo: la loro produzione ha anche un impatto ambientale ridotto rispetto all'allevamento tradizionale, rendendole una scelta sostenibile.
La Tunisia sta affrontando una situazione economica critica, con un tasso di disoccupazione giovanile che supera il 40% e un’inflazione che colpisce duramente i consumatori. In questo contesto, la raccolta e vendita di lumache diventano per molti una strategia di sopravvivenza. A fronte della scarsità di opportunità lavorative, cresce anche il numero di persone che cercano un futuro migliore emigrando verso l’Europa.
Il costo elevato della carne ha spinto molte famiglie a cercare alternative. Le lumache, più economiche e versatili in cucina, stanno diventando sempre più popolari. Al mercato di Akouda, un uomo di nome Mohammed racconta che una ciotola di lumache può costare appena cinque dinari (circa 1,50 euro), contro i 60 dinari (quasi 18 euro) per un chilo di carne d’agnello. A Tunisi, Wahiba Dridi serve lumache nel suo ristorante cucinate con peperoni e spezie, secondo la tradizione locale. Durante il Ramadan, il piatto ha avuto grande successo, offrendo un'alternativa gustosa e più economica alle classiche pietanze a base di carne.
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