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POLITICA
07 Aprile 2025 - 08:38
Il raduno a Place Vauban (fonte: Instagram stories del profilo ufficiale)
Marine Le Pen ha scelto la piazza per reagire. Davanti ai militanti del Rassemblement National, radunati a Place Vauban, l’ex candidata all’Eliseo ha rilanciato la sua sfida alla magistratura e al sistema politico che – a suo dire – starebbe minando le basi della democrazia.
«Non mi arrenderò», ha dichiarato con fermezza dopo la condanna a cinque anni di ineleggibilità per appropriazione indebita di fondi pubblici. Una sentenza che, secondo la leader della destra radicale, travalica la sua persona: «Questa decisione politica viola lo stato di diritto ma anche la democrazia».
Dal palco ha ringraziato i presenti, parlando di una forte spinta popolare in difesa dei valori democratici. Ha ammesso di essere profondamente commossa nel vedere così tante persone accorse a sostenerla.
In un discorso acceso, ha ribadito l’importanza della sua battaglia politica: «Grazie per essere qui a difendere ciò che questa decisione ha calpestato e che ho a cuore più di ogni altra cosa: la mia gente, il mio Paese e il mio onore».
Ha poi accusato la giustizia di interferire nel processo democratico, affermando che non spetta ai giudici scegliere i candidati alle elezioni. E ha rilanciato: «La giustizia non può interferire nel modo in cui i funzionari eletti svolgono il loro mandato al servizio dei francesi finché non ci sono arricchimenti personali o corruzione».
Le Pen ha parlato di un'alleanza tra magistratura e media che, come riporta Adnkronos, sarebbe finalizzata a escluderla dalla scena politica. Ha chiesto la fine di pratiche che considera lesive dei principi democratici, ribadendo: «Noi non contestiamo la giustizia, ma chiediamo che questi abusi indegni della democrazia cessino»
In collegamento con il congresso federale della Lega, accanto a Matteo Salvini, ha confermato l’intenzione di portare avanti una battaglia pacifica, richiamandosi a figure simboliche della storia dei diritti civili. «La nostra lotta sarà come la tua lotta caro Matteo, una lotta pacifica e democratica. L'esempio viene da Martin Luther King, sono proprio i diritti civili dei francesi ad essere rimessi in discussione».
Secondo Le Pen, non si tratterebbe solo di una vicenda personale, ma di un attacco alla possibilità per i francesi di scegliere liberamente il proprio candidato. «Questo attacco è nei miei confronti, ovviamente, ma questo non è un problema, è nei confronti di tutto il popolo francese... non potranno scegliere, non potranno votare per un candidato che loro vogliono vedere alla guida del nostro Paese». E proprio su questo punto ha voluto insistere, chiudendo con una promessa: «La nostra sarà una lotta pacifica, democratica».
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