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Curiosità
11 Aprile 2025 - 18:15
Entri in una camera d’hotel, posi le valigie e ti guardi intorno. Poi noti qualcosa: qualcuno prima di te ha posizionato una sedia sotto la maniglia, ha oscurato gli specchi con gli asciugamani o ha bloccato la porta con lo zaino. Strano? Forse. Ma in realtà, sono segnali di una nuova consapevolezza: la sicurezza in hotel non è più data per scontata.
Quello che a prima vista sembra un comportamento paranoico – come chi controlla prese elettriche, copre il peep hole o piazza oggetti davanti alla porta – è spesso il risultato di esperienze, racconti online, o paure sempre più diffuse. Con i social e i forum pieni di segnalazioni e video virali su violazioni della privacy, molti viaggiatori si sono adattati, sviluppando piccoli rituali di autodifesa. E a volte, fanno bene.
Le chiavi elettroniche degli hotel, le famose key card, sono comode, ma non sempre sicure. Nel 2012 il ricercatore Cody Brocious ha rivelato un metodo per aprire alcune porte d’albergo usando un dispositivo da 50 dollari, sfruttando una vulnerabilità nel sistema. Da allora, sono stati segnalati casi in cui ospiti hanno subito intrusioni in camera senza alcun segno di scasso. Alcuni ladri professionisti, usando lettori RFID portatili, sono stati capaci di clonare la card di accesso semplicemente avvicinandosi alla tasca della vittima, come accade per i furti contactless.
Anche se molti hotel hanno aggiornato i propri sistemi, restano ancora in uso modelli obsoleti o poco protetti, soprattutto in strutture più economiche o meno recenti.
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Più inquietante ancora è la questione delle spy cam. In tutto il mondo, ospiti ignari hanno scoperto di essere stati ripresi di nascosto durante il loro soggiorno. Le videocamere sono sempre più piccole e camuffabili: negli orologi da parete, nei caricabatterie, nei rilevatori di fumo, nelle prese elettriche o nei telecomandi.
Nel 2019 una famiglia americana ha trovato una microcamera installata nel rilevatore di fumo di un Airbnb in Florida. E nel 2021 una coppia in Corea del Sud ha scoperto telecamere in ben 42 stanze di hotel diversi: le immagini venivano trasmesse in diretta su un sito a pagamento. Non è solo un problema di voyeurismo, ma spesso c’è dietro una rete criminale che monetizza i video a insaputa degli ospiti.
Alla luce di questi episodi, molti viaggiatori mettono in atto misure di difesa casalinga, che spaziano dalla pura precauzione alla creatività da manuale:
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Non si tratta di viaggiare nella paura, ma di prendere coscienza dei rischi. L’ospitalità, per definizione, dovrebbe garantire fiducia. Ma, in un mondo dove anche la tecnologia può diventare un’arma, essere vigili è un atto d’amore verso sé stessi.
La prossima volta che vedrai qualcuno sistemare la valigia contro la porta o coprire uno specchio con il telo da bagno, non pensare “che tipo strano”. Forse è solo una persona informata, che ha imparato che anche in vacanza la sicurezza è una priorità.
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