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Salute & AI

Cancro al seno, svolta epocale: l’Intelligenza Artificiale lo prevede fino a 4 anni prima

Una nuova tecnologia sviluppata dal MIT individua i segnali invisibili della malattia, rivoluzionando la diagnosi precoce e salvando migliaia di vite. Ecco come funziona

Cancro al seno, svolta epocale: l’Intelligenza Artificiale lo prevede fino a 4 anni prima

Una diagnosi che arriva prima ancora della malattia. Non è fantascienza, ma realtà: l’Intelligenza Artificiale oggi può identificare il cancro al seno con un anticipo impressionante, fino a quattro anni prima che si sviluppi. Un risultato rivoluzionario reso possibile da algoritmi elaborati dal MIT – Massachusetts Institute of Technology, in collaborazione con il Massachusetts General Hospital e altri centri di ricerca.

Questa tecnologia, già operativa in Ungheria, rappresenta una svolta epocale nella medicina preventiva. Grazie all’IA, i medici possono oggi individuare aree critiche invisibili all’occhio umano nelle mammografie, anticipando così l’evoluzione della malattia con una precisione mai vista prima.

Il modello sviluppato al MIT si basa su un deep learning addestrato su più di 60.000 pazienti e 90.000 mammografie. L’algoritmo è in grado di scovare micro-pattern nel tessuto mammario che nemmeno gli occhi più esperti riescono a cogliere. Questo significa diagnosi tempestive, cure più efficaci e vite salvate.

Ma c’è di più. L’IA è stata anche applicata con successo alla diagnosi del carcinoma duttale in situ (DCIS), una forma preinvasiva di tumore al seno che, in alcuni casi, può evolvere in forme letali. L’identificazione dello stadio del DCIS è sempre stata complessa, con il rischio concreto di trattamenti eccessivi. Il nuovo modello, sviluppato dal MIT in collaborazione con il Politecnico di Zurigo, analizza non solo le cellule, ma anche la loro disposizione spaziale, elemento chiave per capire se il tumore rimarrà in situ o diventerà aggressivo.

Grazie a un enorme dataset e a una metodologia sofisticata, i ricercatori sono riusciti a ottenere risultati in forte accordo con le diagnosi di patologi esperti. Questo rende l’IA uno strumento di supporto affidabile, che può alleggerire il carico diagnostico, permettendo ai medici di concentrarsi sui casi più complessi.

Il futuro? Promette bene. L’IA potrebbe presto espandere il suo campo d’azione, applicandosi ad altri tipi di tumore e perfino a malattie neurodegenerative, aprendo scenari inediti nella prevenzione e nella medicina personalizzata.

Mentre l’Ungheria guida la sperimentazione sul campo, anche Regno Unito e Unione Europea stanno valutando l’adozione di questa tecnologia all’interno dei propri sistemi sanitari. L’obiettivo è chiaro: sfruttare la potenza dell’IA per trasformare la diagnosi precoce in un pilastro della sanità pubblica.

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