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POLITICA ESTERA
22 Aprile 2025 - 09:23
Immagine di repertorio (fotomontaggio)
«Datemi tre giorni». Donald Trump lo dice senza mezzi termini, lasciando intendere che qualcosa si muove dietro le quinte del conflitto tra Russia e Ucraina. Il presidente americano, tornato al centro della scena internazionale, parla di "ottime possibilità" per un’intesa, come riporta Adnkronos. Nessun dettaglio, per ora, ma il tono è quello di chi sente di avere una carta forte in mano.
Dopo una tregua pasquale durata poco più di una manciata d’ore, i combattimenti sono ripresi e le accuse reciproche si sono moltiplicate. Kiev e Mosca parlano di centinaia di violazioni del cessate il fuoco. La guerra, di fatto, non si è mai fermata.
Mosca risponde, Kiev rilancia
Nel frattempo, da Mosca arriva un segnale che potrebbe sembrare un’apertura. Putin parla con cautela, ma lascia intendere che l’idea di una tregua più lunga non è da scartare. «Siamo pronti ad analizzare la proposta di Kiev per un’estensione della pausa nei combattimenti», dice, facendo riferimento allo stop temporaneo agli attacchi su infrastrutture civili. Ma la disponibilità del Cremlino ha il retrogusto dell’accusa. Putin racconta di un’Ucraina inizialmente ostile alla tregua, costretta a rivedere la propria posizione sotto la pressione di "mediatori stranieri", a suo dire più lucidi della leadership di Kiev.
Zelensky: Mosca dica chiaramente se vuole fermarsi
Da Kiev, Zelensky non si sottrae al confronto pubblico. Parla alla nazione e al mondo, e rovescia la responsabilità su Mosca. «Durante la Pasqua alcune aree sono rimaste in silenzio. Significa che fermarsi è possibile, ma dipende da loro», afferma. Poi rilancia: «Ci serve una risposta chiara, non ambiguità».
Il presidente ucraino insiste sul fatto che l’esercito non colpisce obiettivi civili e chiede alla Russia di fare altrettanto. La tregua, dice, deve partire da uno stop agli attacchi missilistici e ai droni. E annuncia: «Ne parleremo a Londra, già mercoledì. Ringrazio i partner che ci sostengono. Il cessate il fuoco dev’essere la base di ogni trattativa».
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