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Alleanze di Guerra
18 Aprile 2025 - 07:45
Un’accusa che potrebbe scuotere gli equilibri globali. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha dichiarato pubblicamente che la Cina sta fornendo armi alla Russia, segnando una potenziale svolta nel conflitto che da oltre tre anni infiamma l’Europa orientale. L’affermazione è arrivata il 17 aprile durante una conferenza stampa a Kiev, in cui Zelensky ha citato “prove raccolte dai servizi di sicurezza e dall’intelligence ucraina”.
«Oggi abbiamo informazioni generali sulla polvere da sparo e sull’artiglieria», ha spiegato il presidente. «Penso che la prossima settimana potremo dire in dettaglio che crediamo che i cinesi siano impegnati nella produzione di alcune armi sul territorio russo».
È la prima volta che l’Ucraina accusa esplicitamente la Cina di un coinvolgimento diretto nel supporto bellico alla Russia. Da quando è iniziata l’invasione dell’Ucraina nel febbraio 2022, Pechino ha sempre mantenuto una posizione dichiaratamente neutrale, evitando di condannare Mosca e rifiutando le sanzioni occidentali, ma rafforzando nel frattempo le relazioni economiche e strategiche con il Cremlino.
Le accuse arrivano a pochi giorni dalla cattura di due cittadini cinesi da parte delle forze armate ucraine nell’Oblast di Donetsk. Zelensky ha affermato che almeno 155 cittadini cinesi starebbero combattendo al fianco delle truppe russe. Uno dei soldati catturati, secondo quanto riportato da Ukrainska Pravda, avrebbe confessato di aver pagato 300.000 rubli (circa 3.500 dollari) a un intermediario in Cina per arruolarsi nell’esercito russo, con la promessa di ottenere la cittadinanza. La Cina ha prontamente smentito qualsiasi responsabilità, dichiarando che le persone catturate “sono andate a combattere di propria iniziativa”, negando ogni coinvolgimento ufficiale nella guerra.
In passato, diverse inchieste giornalistiche, tra cui un’indagine pubblicata dal Telegraph, avevano ipotizzato forniture militari cinesi alla Russia, ma senza prove definitive. Le nuove affermazioni dell’Ucraina, se supportate da prove concrete, potrebbero portare a ripercussioni diplomatiche e sanzioni.
Dall’inizio della guerra, Pechino e Mosca hanno intensificato la loro alleanza, cercando di costruire un fronte comune contro l’Occidente. Sebbene la Cina continui a dichiararsi neutrale, nei fatti si è dimostrata un partner economico e politico di vitale importanza per la Russia, diventando il principale acquirente del suo gas e petrolio, e opponendosi fermamente a tutte le misure sanzionatorie varate da Stati Uniti e Unione Europea.
La cooperazione si è estesa anche all’ambito militare, con esercitazioni congiunte e un crescente scambio tecnologico. Tuttavia, la linea rossa – ovvero la fornitura diretta di armamenti – non era mai stata varcata ufficialmente. In un vertice del 2023, Xi Jinping e Vladimir Putin avevano siglato quella che avevano definito una “cooperazione senza limiti”, dichiarando la volontà di contrastare insieme il predominio geopolitico occidentale. Oggi, con le accuse di Zelensky, quella dichiarazione torna sotto i riflettori.
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