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Astronomia
22 Aprile 2025 - 16:35
È stato definito dall’astrofisico Gianluca Masi come “il luogo più oscuro d’Italia”, ed è oggi una destinazione privilegiata per chi pratica l’astroturismo. Si tratta di un angolo nascosto del nostro Paese dove il cielo notturno conserva ancora l’autenticità che poteva ammirare chi viveva decine di anni fa. Qui, la luce artificiale è quasi del tutto assente.
Siamo nel cuore della Maremma toscana, precisamente a Montauto, una piccola frazione del comune di Manciano. “Quando sono approdato a Montauto per i miei studi, me ne sono innamorato subito: è davvero il posto meno contaminato dalla luce artificiale che conosca in Italia. Qui il cielo si mostra ancora nella sua forma più pura, come lo vedevano i nostri nonni”.
Non sorprende che proprio questa zona sia al centro di un’iniziativa per valorizzare un nuovo tipo di turismo, quello legato all’osservazione delle stelle. L’intento è trasformare il cielo stellato in una vera attrazione turistica, al pari di un’opera d’arte o di un paesaggio naturale, come sottolinea lo stesso Masi. E se il termine “astroturismo” suona ancora insolito per molti italiani, all’estero è già ben radicato. “Nel resto del mondo l’astroturismo è un fenomeno conosciuto, anche in Paesi dove il cielo sereno non è certo una garanzia”, aggiunge l’astrofisico.
Telescopio alla mano o semplicemente distesi su un prato, ogni anno centinaia di appassionati scelgono località come Montauto per lasciarsi incantare dalla vastità del cielo notturno, riscoprendo emozioni profonde e antiche. Guardando oltre i confini italiani, esiste un luogo simbolo per chi ama scrutare le stelle: il deserto di Atacama, nel nord del Cile – e parlando di luoghi remoti, lo sapevate che lì si trova anche uno degli hotel più isolati del mondo?
In questa zona, l’altitudine elevata, il clima arido e l’assenza di fonti luminose artificiali creano condizioni ideali per l’astronomia. Non è un caso che qui sorgano alcuni dei più prestigiosi osservatori astronomici al mondo, come quello di Paranal dell’ESO (European Southern Observatory). Tuttavia, recenti progetti industriali minacciano di alterare questo equilibrio, sollevando preoccupazioni tra gli esperti a livello globale.
Sia in Italia che altrove, la sfida per conservare questi luoghi incontaminati continua. Sempre più astronomi, scienziati e viaggiatori chiedono la tutela di queste “isole di buio”, veri e propri patrimoni naturali da proteggere. Perché osservare il cielo non è solo un momento poetico: è un modo per tornare indietro nel tempo, riscoprendo la nostra storia, le nostre origini, e forse anche una parte dimenticata di noi stessi. In un’epoca in cui la luce artificiale sembra aver conquistato la notte, ritrovare l’incanto di una volta stellata può rivelarsi un’esperienza rara e preziosa.
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