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Emergenza cinghiali in Piemonte: un piano selettivo per salvare l'agricoltura e contenere la PSA

Il piano di prelievo selettivo 2025-26 mira a ridurre i danni agricoli e prevenire la diffusione della peste suina africana

Emergenza cinghiali in Piemonte: un piano selettivo per salvare l'agricoltura e contenere la PSA

Cinghiale

In un contesto in cui la fauna selvatica rappresenta una minaccia crescente per l'agricoltura, la Regione Piemonte ha deciso di affrontare l'emergenza cinghiali con un piano di prelievo selettivo che si estende fino al 15 marzo 2026. L'iniziativa, guidata dall'assessore al commercio, agricoltura e cibo, caccia e pesca, parchi della Regione Piemonte, Paolo Bongioanni, si propone di limitare i danni alle colture e contenere la diffusione della peste suina africana (PSA).

I cinghiali, con la loro presenza massiccia, rappresentano una delle principali cause di danni alle coltivazioni piemontesi. Secondo i dati forniti dall'assessore Bongioanni, i danni causati dai cinghiali costituiscono il 70% di tutti quelli provocati dalla fauna selvatica nella regione, superando i 4,5 milioni di euro nel 2024. Le perdite per le aziende agricole ammontano a oltre 127mila quintali di prodotto, con 3.057 domande di risarcimento che gravano sulle casse regionali.


La strategia adottata prevede un prelievo selettivo di 14.630 capi, distribuiti tra ambiti territoriali di caccia (ATC), comprensori alpini (CA), aziende agrituristico-venatorie (AATV) e faunistico venatorie (AFV). Questo intervento si affianca all'azione di controllo esercitata dalle province e dalla città metropolitana di Torino, operativa 365 giorni all'anno. L'obiettivo è duplice: da un lato, ridurre i danni alle colture e, dall'altro, limitare il rischio di incidenti stradali e la diffusione della PSA.

La PSA rappresenta una minaccia non solo per l'agricoltura, ma anche per l'economia regionale. La normativa sul contenimento della malattia impone di evitare al massimo gli spostamenti dei cinghiali nelle aree potenzialmente interessate dalla pandemia. Pertanto, sono esclusi dalle operazioni di prelievo i territori compresi nelle zone di restrizione I, II e III, come individuate dal regolamento UE 2025/715 e dalla zona di controllo dell'espansione virale (CEV).

Il piano di prelievo selettivo rappresenta una misura necessaria per ristabilire un equilibrio tra la presenza dei cinghiali e le esigenze dell'agricoltura. Tuttavia, è fondamentale che queste operazioni siano condotte con rigore e rispetto delle normative, per evitare di compromettere ulteriormente l'ecosistema. La sfida è complessa: come conciliare la protezione delle colture con la salvaguardia della fauna selvatica?

Il piano di prelievo selettivo 2025-26 è un passo importante verso la risoluzione di un problema che affligge da tempo l'agricoltura piemontese. Tuttavia, è essenziale che questa iniziativa sia accompagnata da ulteriori misure di prevenzione e sensibilizzazione, per garantire una gestione sostenibile della fauna selvatica e la protezione delle risorse agricole.

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