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Il commento

Ma cos'è questa moda di fare le foto ai morti (anche al Papa)?

La necessità di dire "io c'ero" o la voglia di santino fai da te

Ma cos'è questa moda di fare le foto ai morti (anche al Papa)?

C'è qualcosa di disturbante nel voler scattare una foto ad un Papa morto.

Lecito voler passare a dare l'estremo saluto, un atto di omaggio postumo a colui che ha guidato la chiesa negli ultimi anni. Profondo rispetto per chi, forte della propria fede, si fa ore di coda per accedere al cospetto della salma esposta in una bara aperta.

Ma esattamente di una foto scattata dal tuo telefonino, che ci devi fare? Una testimonianza da rendere subito instagrammabile? Una sorta di distintivo, un “io c'ero” a futura memoria da esibire, a piacere, ad amici e parenti?

Un santino fai-da-te cui magari annettere la stessa funzione di una di quelle calamite (quando i cruscotti delle auto erano ancora realizzati in metallo, decenni prima dell'avvento dell'omnipresente plastica) con le quali, la mano premurosa di una moglie o dei figli suggeriva “Papà non correre”, subito accanto al volante.

Dai, senza scomodare espressioni calzanti (pornografia del dolore) un sincretismo (fra fede, tecnologia, esibizionismo) che mal si concilia con la compostezza, con il raccoglimento, con tutto ciò che riguarda la parola rispetto, indipendentemente da come la si pensi, riguardo alla morte, si, anche quella di un uomo che è stato Papa.
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