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Cronaca
30 Aprile 2025 - 16:05
La morte di Benedetto Ceraulo, l’uomo che trent’anni fa uccise Maurizio Gucci, chiude uno dei capitoli più oscuri e clamorosi della cronaca nera italiana, un caso che intrecciava lusso, potere, tradimento e vendetta. Con il suo ultimo gesto, disperato e violento, Ceraulo ha riportato alla ribalta l’eco di un delitto che aveva già segnato profondamente l’immaginario collettivo.
Il 22 aprile 2025, a Santa Maria a Monte, in provincia di Pisa, Ceraulo ha sparato al figlio Gaetano, 37 anni, ferendolo al volto dopo una lite apparentemente banale. Poco dopo, ha rivolto l’arma contro sé stesso, lasciandosi in un’agonia che si è conclusa il 30 aprile nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Pisa. La pistola, detenuta illegalmente, ha chiuso un cerchio che aveva avuto inizio con un altro colpo d’arma da fuoco: quello che uccise Maurizio Gucci il 27 marzo 1995.
Quella mattina di primavera, l’erede della celebre maison fu freddato nell’androne del suo ufficio in via Palestro a Milano. Ceraulo lo colpì quattro volte: l’ultimo colpo alla tempia fu fatale. Il killer fuggì a bordo di un’auto, lasciando dietro di sé un mistero che avrebbe tenuto banco per oltre un anno e mezzo. Le indagini svelarono poi un intreccio improbabile: una ex moglie rancorosa, una “maga” napoletana, un portiere d’albergo e un ex pizzaiolo rovinato dal gioco. Al centro, Patrizia Reggiani, ex moglie di Gucci, che non accettò mai la fine del matrimonio e l’idea che l’uomo potesse rifarsi una vita.
La cifra pattuita per l’omicidio fu di 600 milioni di lire. Un delitto commissionato con cinismo e sangue freddo, che portò a condanne pesantissime: l’ergastolo per Ceraulo, 29 anni per Reggiani e Cicala, pene tra i 25 e i 26 anni per Auriemma e Savioni. Con il tempo, tutti sono usciti di prigione.
Il post pubblicato su Facebook dal figlio Gaetano, ferito ma sopravvissuto, è forse il dettaglio più umano e tragico di questa vicenda. «Ti perdono per il male che mi hai fatto ma non per il male che hai inflitto a te stesso»: parole che raccontano il dolore, ma anche la consapevolezza di un’eredità pesante, fatta di violenza, assenza e ferite impossibili da rimarginare.
Con la morte di Ceraulo si chiude una pagina nera ma iconica del nostro tempo. L’omicidio Gucci non fu solo cronaca nera: fu simbolo di un’epoca, di una borghesia decadente e spietata, di un’Italia in cui il glamour poteva diventare tragedia, e l’amore trasformarsi in condanna.
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