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Sciopero della scuola il 7 Maggio: protesta contro le prove invalsi e le nuove indicazioni nazionali di Valditara

Sciopero nazionale delle scuole contro le politiche educative del governo: le richieste di Cobas per un sistema scolastico più inclusivo e equo

Sciopero della scuola il 7 Maggio: protesta contro le prove invalsi e le nuove indicazioni nazionali di Valditara

Il 7 maggio 2025, il personale docente e Ata delle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado incrocerà le braccia per un sciopero nazionale indetto dal sindacato Cobas Scuola, contro le prove Invalsi e le Nuove Indicazioni Nazionali proposte dal ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara. A supporto della protesta si uniscono altre sigle sindacali, con un messaggio forte e chiaro: il sistema educativo italiano ha bisogno di un cambiamento radicale, a favore di un’istruzione inclusiva e di qualità.

La giornata di sciopero non sarà solo una pausa dalla routine scolastica, ma un’occasione di riflessione e lotta contro un modello educativo che, secondo i sindacati, accentua le disparità territoriali e sociali, spingendo la scuola verso un approccio meramente valutativo e standardizzato.

Al centro delle polemiche ci sono le prove Invalsi, ormai parte integrante del sistema di valutazione nazionale. I Cobas e gli altri sindacati di base contestano l'efficacia di questi test, accusandoli di non misurare davvero le competenze degli studenti. Secondo i manifestanti, le prove Invalsi sono decontestualizzate, a risposta chiusa o univoca, e non riescono a valutare le capacità cognitive in modo autentico.

"Le prove Invalsi non hanno prodotto miglioramenti reali nel sistema scolastico", sostengono i Cobas. Anzi, secondo loro, hanno amplificato le disuguaglianze tra nord e sud Italia, applicando un modello di valutazione che ignora le diverse realtà territoriali, i livelli di partenza degli studenti e le specificità dei programmi scolastici. Inoltre, la pratica del teaching to test - insegnare in funzione della preparazione ai test - sottrarrebbe spazio a una didattica più attiva, esperienziale e formativa.

Lungi dal contribuire al miglioramento delle scuole, i test standardizzati alimentano una visione riduttiva dell’educazione, riducendo gli studenti a semplici numeri da schedare, secondo un modello che promuove l'automatismo e l'efficienza a discapito della qualità formativa.

Le Nuove Indicazioni Nazionali 2025

A fianco delle critiche sulle prove Invalsi, i sindacati alzano il tiro anche contro le Nuove Indicazioni Nazionali per il curriculum scolastico, presentate dal ministero come la base per rinnovare l'insegnamento nelle scuole italiane. Per i Cobas, queste nuove linee guida portano con sé un'impostazione eurocentrica e selettiva, che ignorano l'interdipendenza culturale necessaria in una società sempre più multiculturale. L’approccio proposto sarebbe quello di un’educazione nozionistica e autoritaria, che esclude il valore delle diversità e limita la libertà di insegnamento.

Al centro delle critiche, anche il trattamento delle tematiche di violenza di genere, descritte come una "triste patologia" anziché come un fenomeno radicato nella società. I sindacati contestano l’orientamento delle nuove Indicazioni, che propongono una “educazione del cuore” come rimedio alla violenza, ma senza affrontare adeguatamente l'educazione all’affettività, al rispetto delle differenze e all'inclusività.

Il 7 maggio, quindi, sarà una data cruciale non solo per l'istruzione, ma anche per le future generazioni. I Cobas e gli altri promotori chiedono con forza il ritiro delle prove Invalsi e delle Nuove Indicazioni Nazionali, insieme a un piano concreto di investimenti nella scuola pubblica. Questo dovrebbe tradursi in organici adeguati, stabilizzazione dei precari, infrastrutture moderne e risorse per l’inclusione, puntando a un’educazione che sappia rispondere alle reali necessità di ogni studente.

L'invito alla partecipazione è rivolto a tutti coloro che credono in una scuola pubblica più giusta, inclusiva e democratica: docenti, Ata, studenti, genitori, dirigenti scolastici, associazioni culturali e sindacali sono chiamati a unire le forze. A Roma, la manifestazione partirà alle ore 9.30, davanti al Ministero dell'Istruzione in viale Trastevere, con una presenza forte per chiedere un cambiamento che metta al centro la qualità dell'educazione e l'inclusione di tutti.

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