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30 Aprile 2025 - 19:15
Il Piantè Magg, o Albero di Maggio
Nelle frazioni campestri di San Rocco di Montaldo Roero e San Giuseppe di Sommariva Perno, ogni anno si rinnova il rito del Piantè Magg. Questo antico rituale, che celebra l'arrivo della primavera e la fertilità della terra, è un esempio affascinante di come le tradizioni possano evolversi e adattarsi, pur mantenendo intatto il loro significato originario.
Il Piantè Magg è una celebrazione che risale al periodo pre-cristiano, quando il risveglio della natura era visto come un evento da propiziare attraverso riti e cerimonie. In un'epoca in cui la scienza non aveva ancora spiegato i cicli stagionali, la primavera era accolta come un dono divino, un segno di benevolenza da parte degli dei della vegetazione. Piantare un albero al centro del villaggio non era solo un gesto simbolico, ma un atto di fede e speranza per un raccolto abbondante. Nelle borgate del Roero, questo rito ha assunto una forma unica. Il tronco della “pess-ra”, spogliato dei rami ma adornato con nastri e fiori, viene innalzato nella piazza principale. A San Rocco, un fantoccio di cane, simbolo del santo patrono, viene posto sulla cima, un chiaro esempio di come le autorità religiose abbiano cercato di cristianizzare un rito considerato pagano. Questo dettaglio non solo arricchisce la cerimonia di significato, ma dimostra anche la capacità delle tradizioni di adattarsi ai cambiamenti culturali e religiosi.
Una delle componenti più affascinanti del Piantè Magg è l'asta che segue l'innalzamento del tronco. Questo “incanto” non è solo un modo per raccogliere fondi per la comunità, ma rappresenta anche un legame tangibile tra il passato e il presente. Il vincitore dell'asta ottiene il diritto di abbattere il tronco e riutilizzarlo, trasformandolo in una trave portante o in un palo per la vigna. Questo gesto di rifunzionalizzazione non è solo pratico, ma simbolico: il tronco, una volta simbolo di fertilità e protezione, continua a servire la comunità in una nuova forma.
Accanto al Piantè Magg, un'altra tradizione, il Cantè Magg, ha vissuto una rinascita grazie al Gruppo Spontaneo di Magliano Alfieri negli anni '70. Questa usanza, che un tempo coinvolgeva le donne del Roero, era quasi scomparsa all'inizio del secolo scorso. Le bambine, adornate di fiori, portavano in processione il “martlet” o “erburin”, una fronda di bosso decorata, intonando canti che celebravano il risveglio primaverile. In cambio, ricevevano offerte alimentari, un gesto che simboleggiava lo scambio tra la comunità e le forze della natura. Il Cantè Magg non era solo una celebrazione della primavera, ma anche un'occasione per le giovani donne di mettersi in mostra. Alcune strofe dei canti celavano intenti di corteggiamento, e una delle ragazze era vestita da sposa, ostentando oggetti di valore come simbolica dote.
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