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Memorie d'Arizona
02 Maggio 2025 - 10:05
A ridosso del confine tra Arizona e California, incastonata nelle Black Mountains che si affacciano sul Mojave Desert, si nasconde Oatman. Più che un semplice villaggio fantasma, è una comunità che rifiuta di estinguersi. A dispetto del nome, questa ghost town non è affatto morta: la vita scorre lenta, polverosa, ma autentica, sorretta da un pugno di abitanti, da una mandria di asinelli liberi e da una memoria storica che si rifiuta di svanire.
Un tempo centro nevralgico della corsa all’oro, Oatman è oggi una tappa imperdibile lungo la leggendaria Route 66. Proprio qui, sulla pericolosa "Bloody 66", i viaggiatori in cerca d’America ritrovano un frammento del selvaggio West. La strada, stretta e serpeggiante tra rocce e sterpaglie, prepara l’animo all’incontro con un luogo fuori dal tempo.
Il primo benvenuto lo offrono i burros, piccoli asini eredi di quelli usati dai minatori, oggi veri protagonisti della Main Street. Si muovono con disinvoltura tra i negozi di souvenir e gli avventori, mendicando con tenerezza razioni di “burro chow”. Infastidirli è vietato: sono protetti dal Dipartimento dell’Interno degli Stati Uniti.
Non mancano attrazioni teatrali: ogni giorno, tra le 13:30 e le 15:30, i Ghost Rider Gunfighters mettono in scena duelli western per la raccolta fondi locale. A pochi passi, una piccola miniera ricostruita permette ai visitatori di entrare – letteralmente – nella storia del luogo.
Ma il cuore pulsante di Oatman è il suo storico hotel. Qui, nel 1939, Clark Gable e Carole Lombard trascorsero la loro luna di miele. Le stanze non sono più accessibili, ma la leggenda resiste. Si racconta che lo spirito benevolo di un minatore, "Oatie", si aggiri ancora tra i corridoi. Nel ristorante attiguo, le pareti sono tappezzate da migliaia di banconote da un dollaro, lasciate da visitatori di ogni epoca, come pegni di passaggio.
Chi cerca un pernottamento dovrà spingersi fino a Kingman: Oatman, oggi, non offre alloggio. Ma anche solo poche ore sono sufficienti per coglierne l’essenza. È un frammento d’America che resiste all’oblio, un teatro a cielo aperto dove storia, folklore e natura si fondono in un equilibrio raro.
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