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Cucina

Alla scoperta dello street food italiano: un viaggio nella tradizione culinaria

Alcune delle ricette più iconiche del cibo di strada italiano, attraverso le specialità di nord e sud

Alla scoperta dello street food italiano: un viaggio nella tradizione culinaria

Foto di repertorio

Il cibo di strada, noto anche come street food, rappresenta un'esperienza culinaria da assaporare all'aperto. In Italia, come prevedibile, esiste da tempo una ricca tradizione legata a questo tipo di gastronomia: si spazia dal celebre panino con il lampredotto di Firenze al pani ca’ meusa di Palermo, dalla miassa originaria del Piemonte ai gustosi panzerotti della Puglia, fino alla celebre pizza a portafoglio della Campania e agli arrosticini dell'Abruzzo. Un autentico viaggio da Nord a Sud del Paese, che invita a scoprire ogni tipo di specialità regionale. Queste pietanze affondano le proprie radici nella "cucina povera" di un tempo e sono pensate per essere gustate rapidamente e in modo informale.

Nel cuore del Canavese, precisamente tra i paesini attorno a Ivrea, si trova un’autentica antica specialità: la miassa. Questa particolare pietanza, realizzata con acqua e farina di mais, si presenta come una sorta di piadina di polenta. Viene cotta su un ferro riscaldato a fiamma viva, per poi essere arricchita con il tradizionale salignun, una crema di ricotta fresca arricchita con erbe alpine e peperoncino. Originariamente, questa preparazione fungeva da sostituto del pane nei periodi di scarsità, ma ora è un piatto che si può gustare durante le feste paesane e le ricorrenze, sebbene ci siano appassionati che ne perpetuano la tradizione proponendola come street food grazie a un food truck itinerante.

Tra le ricette più affascinanti del passato, troviamo la crescentina modenese, comunemente nota come tigella – in riferimento all'antico disco di terracotta utilizzato per cuocerla sulla brace –. Si tratta di un pane tipico di Modena, di forma circolare e alquanto appiattito: tradizionalmente, viene sezionato e farcito con la cunza tradizionale, un composto aromatico a base di lardo, rosmarino e aglio, oppure arricchito con salumi e formaggi.

L'antica tradizione della pizza a portafoglio, simbolo della cultura culinaria partenopea, si rinnova quotidianamente tra i caratteristici vicoli di Napoli. Questa particolare variante della pizza, più contenuta nelle dimensioni rispetto alla classica, viene sapientemente farcita con pomodoro e un singolo pezzo di fiordilatte posizionato al centro. Successivamente, la pizza è piegata su se stessa "a libretto" o "a portafoglio", permettendo di gustarla con facilità anche mentre si passeggia per le strade della città.

Non poteva mancare un sempreverde del fritto, tipico della città di Ascoli Piceno, ovvero le grandi olive ascolane (che si fregiano della dop): vengono farcite con un ripieno a base di carne macinata, scorza di limone, uova, finocchietto selvatico, parmigiano e noce moscata, quindi impanate e fritte nell’olio bollente. Impossibile resistere, perché una tira l’altra.

Nel Lazio, e in particolar modo a Roma, la pizza al taglio rappresenta una tappa imprescindibile per chi visita la città. Numerosi sono i forni storici che offrono una vasta gamma di coloratissime teglie, riccamente farcite e declinate in modi diversi: tra le varietà più iconiche, spicca la rinomata pizza bianca, seguita dalla versione con le patate e da quella al pomodoro. Particolarmente apprezzate sono anche la pizza con porchetta e cicoria e quella con mortadella, quest'ultima considerata un ingrediente cult, soprattutto quando viene proposta in accostamento alla focaccia.

Concludiamo in bellezza tornando nuovamente in Campania, dove il cuoppo rappresenta una sosta irrinunciabile per gli amanti della buona tavola. Questo iconico contenitore d’asporto, a forma di cono, racchiude una varietà di appetitose fritture che deliziano il palato di chiunque lo provi: tra i tradizionali fiori di zucca, noti localmente come "sciurilli", la mozzarella in carrozza, gustose crocchette e, naturalmente, il pesce fritto.

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