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ROYAL FAMILY

“Il Regno Unito è casa mia”: ma Harry non avrà la scorta. La decisione della Corte è definitiva

Ancora una volta, la distanza tra il principe Harry e la famiglia reale si allarga. E questa volta a sancirla è un’aula di tribunale

“Il Regno Unito è casa mia”: ma Harry non avrà la scorta. La decisione della Corte è definitiva

Il Principe Henry (fonte: Instagram)

La Corte d’Appello di Londra ha confermato: il duca di Sussex non avrà diritto alla protezione automatica da parte della polizia britannica durante le sue visite nel Regno Unito. Cade così l’ultima speranza legale del secondogenito di re Carlo III di ottenere lo stesso livello di sicurezza che spettava ai tempi in cui era un membro attivo della famiglia reale. Un verdetto che non riguarda solo lui, ma anche la moglie Meghan Markle e i due figli, Archie e Lilibet.

Tutto comincia nel 2020, quando Harry e Meghan decidono di rinunciare ai titoli e ai doveri reali per trasferirsi negli Stati Uniti. Una scelta personale, discussa, eppure irrevocabile. Da quel momento in poi, la protezione fornita dallo Stato britannico viene revocata e sostituita da valutazioni caso per caso, con misure più limitate. Harry, tuttavia, non si è mai rassegnato.

«Il Regno Unito è casa mia», aveva dichiarato all’Alta Corte nel 2023, sottolineando il desiderio che i suoi figli si sentano parte della storia e della cultura britannica. Ma senza garanzie di sicurezza, ha sostenuto, questo è impossibile.

Nel suo ultimo ricorso, respinto definitivamente, il principe ha tentato la via della discriminazione: perché gli altri reali sì, e lui no? Una domanda che ha avuto poco spazio tra le righe della sentenza. Secondo i giudici, chi rinuncia volontariamente al ruolo istituzionale non può pretendere di mantenere i privilegi connessi a quel ruolo, compresa la tutela pubblica. In più, le guardie del corpo private a cui oggi si affida la coppia, pur altamente qualificate, non possono portare armi né accedere alle informazioni della rete di sicurezza nazionale. E questo, secondo Harry, rappresenta un rischio per la sua famiglia quando si trova in terra britannica.

La decisione della Corte ha il sapore amaro dell’ennesima frattura. Non si tratta solo di sicurezza fisica, ma di un riconoscimento simbolico: il "principe ribelle", come spesso è stato definito, sembra ormai un cittadino tra i tanti quando mette piede nel Regno Unito. Nessun trattamento speciale, nessun riguardo per il sangue reale se non accompagnato da ruoli ufficiali. È il prezzo dell’indipendenza, della libertà conquistata a caro prezzo oltre oceano, ma anche della rottura con un’istituzione che non perdona chi si sfila. 

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