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L'annuncio della pop star

Rihanna riscrive il dress code della maternità, la sorpresa al Met Gala 2025

L'apparizione solitaria e fuori tempo al Met Gala 2025 diventa l'annuncio scenico della terza gravidanza: la popstar trasforma il red carpet in un manifesto di stile, autonomia e potere femminile

Rihanna riscrive il dress code della maternità, la sorpresa al Met Gala 2025

Nel tempio dello stile e del simbolismo pop, Rihanna ha scelto — ancora una volta — la via più teatrale per scrivere un nuovo capitolo della sua vita: il Met Gala 2025. Ma non si è limitata a “presenziare”: ha trasformato i gradini del Metropolitan Museum of Art in una passerella di maternità iconica, consacrando un evento privato a dichiarazione pubblica, un gesto personale a performance culturale. E l’ha fatto a modo suo: entrando tardi, da sola, senza il compagno A$AP Rocky, in un’apparizione che non era solo moda, ma racconto, provocazione e rituale insieme.

Rihanna è maestra nel trasformare il proprio corpo in simbolo, e questa terza gravidanza non fa eccezione. Il pancione sfoggiato al Met non è stato solo un annuncio, ma una riaffermazione del potere femminile nelle sue forme più complesse: la maternità non come evento domestico, ma come atto pubblico, perfino mondano. Non è nuova a queste scelte: già nel 2023 aveva sorpreso tutti mostrando le rotondità del secondo figlio durante il Super Bowl. E se allora il gesto rompeva la narrazione iper-patriottica della maternità relegata agli spazi privati, oggi si innesta in un altro contesto: quello del Met Gala, dedicato quest’anno al dandyismo nero e all’evoluzione dell’identità nera attraverso lo stile.

Rihanna non indossava solo un abito: portava con una genealogia, un'eredità, una prospettiva sul futuro. Il suo corpo incinto tra i tessuti raffinati e i flash dei fotografi diventava parte integrante della mostra “Superfine: Tailoring Black Style”, trasformandosi da spettatrice a performance vivente.

Arrivare un’ora dopo la fine dell’evento non è stata una dimenticanza. È una firma, una regia consapevole: Rihanna detta il tempo, non lo subisce. La sua puntualità differita è un gesto di controllo, un modo per uscire dal calendario della mondanità e riscrivere le regole. Non stupisce che sia stata sola: A$AP Rocky, presente in qualità di co-chair, era già sul posto. Ma Riri ha voluto un momento tutto suo. Il loro sodalizio affettivo — iniziato nel 2019 — è saldo, ma non per questo deve tradursi in co-dipendenza narrativa. Lei arriva da protagonista, lui è già nel racconto. Complementari, non simmetrici.

Della nuova vita in arrivo si sa poco. Il sesso del bambino resta un mistero, ma non mancano le allusioni ironiche della cantante: "A quanto pare non so fare figlie femmine", ha detto con il sorriso. Dopo RZA e Riot Rose, un altro maschio non sarebbe una sorpresa, ma Rihanna sembra pronta a tutto. Intanto si gode il suo ruolo di madre in mezzo a un piccolo regno maschile: "Pensavo di essere tagliata per una figlia, invece mi ritrovo a vivere in una casa piena di maschi. Ed è bellissimo". Le parole sono quelle di una donna che ha fatto pace con le aspettative e ha scelto la libertà di riscriverle.

Quello che rimane non è solo il gossip da tappeto rosso o la curiosità su un futuro baby shower. Quello che rimane è un altro tassello della narrazione rihanniana, che fonde imprenditoria, cultura pop, black identity e maternità senza mai perdere un’oncia di autenticità. Il suo gesto al Met Gala 2025 è una performance femminista, un frammento della sua autobiografia pubblica, ma anche un messaggio trasversale: essere madre non significa scomparire, significa riscrivere il proprio modo di stare nel mondo.

Perché in fondo, Rihanna continua a fare ciò che le riesce meglio: trasformare la vita in arte. Anche — e soprattutto — quando è il pancione a dettare lo stile.

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