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Salute
07 Maggio 2025 - 12:45
Non è solo questione di sonnolenza o di “essere nottambuli”: per alcune persone, lasciare il letto al mattino è un’impresa quasi impossibile. Si chiama dysania e, anche se non è classificata come una malattia a sé stante, è un fenomeno reale e spesso collegato a disturbi psicologici o del sonno. Chi ne soffre non sta semplicemente “poltrendo”. La dysania si manifesta come una vera e propria incapacità mentale e fisica ad abbandonare il letto, nonostante il suono della sveglia, gli impegni della giornata o persino il senso di colpa che spesso ne deriva. Non si tratta solo di fatica, ma di un blocco profondo che può durare anche ore.
I sintomi più comuni includono una stanchezza persistente anche dopo una notte apparentemente riposante, un’ansia opprimente già al momento del risveglio, la tendenza a rimandare continuamente l’alzarsi e un forte senso di frustrazione per non riuscire a iniziare la giornata come si vorrebbe. Le cause possono essere molteplici. Spesso la dysania è legata a condizioni come l’ansia, la depressione, il burnout, l’insonnia o altri disturbi del sonno. Anche abitudini dannose come l’uso eccessivo di dispositivi elettronici prima di dormire, squilibri ormonali o carenze nutrizionali possono contribuire a questo stato.
Il trattamento, dunque, non è universale, ma dipende dalle cause specifiche. Si parte spesso da un miglioramento dell’igiene del sonno, ad esempio stabilendo orari regolari, limitando l’uso degli schermi prima di andare a letto e creando un ambiente più favorevole al riposo. Nei casi più complessi, può essere utile un supporto psicologico o medico per affrontare le radici più profonde del problema.
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