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Lo studio
07 Maggio 2025 - 20:03
Un incremento del 30% del verde urbano avrebbe potuto prevenire oltre un milione di decessi dovuti al caldo estremo. È quanto emerge da una nuova ricerca internazionale condotta dalla Monash University di Melbourne, che sottolinea l’urgenza di integrare più alberi e vegetazione all’interno delle nostre città per affrontare le conseguenze del riscaldamento globale.
Lo studio ha analizzato i dati di oltre 800 aree metropolitane in 53 Paesi tra il 2000 e il 2019, valutando l’impatto della vegetazione sia sulla temperatura urbana che sulla mortalità correlata alle ondate di calore. Utilizzando l’Enhanced Vegetation Index (EVI), un indice basato su immagini satellitari, i ricercatori hanno misurato l’estensione e la densità delle aree verdi, arrivando a una conclusione inequivocabile: più alberi significano meno morti.
Gli alberi giocano un ruolo fondamentale nel mitigare il calore urbano. Offrono ombra, riflettono i raggi solari e, grazie all’evapotraspirazione, raffreddano naturalmente l’ambiente circostante. In città affollate e poco ventilate, questo effetto può fare la differenza tra la vita e la morte durante i picchi di caldo.
Secondo il professor Yuming Guo, autore principale dello studio, i benefici del verde urbano non si limitano alla temperatura: incidono anche sul benessere psicologico, sulla qualità dell’aria, sul livello di attività fisica e sulla coesione sociale. Tutti fattori che migliorano la salute complessiva dei cittadini.
L’impatto maggiore di un’espansione del verde si sarebbe osservato in Asia orientale, Europa orientale e Sud-est asiatico. Solo in Europa, un aumento del 30% di vegetazione avrebbe potuto evitare circa 400.000 decessi; in Asia, il numero stimato supera i 500.000.
Alla luce della crisi climatica in corso, rendere più verdi le aree urbane non può più essere considerato un abbellimento paesaggistico, ma una vera e propria misura di sanità pubblica. Interventi come piantare alberi, creare parchi urbani, tetti verdi e corridoi ecologici sono strumenti concreti e immediati per proteggere le comunità più vulnerabili dagli effetti del caldo estremo, in attesa di azioni globali più ampie contro le emissioni.
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