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natura
09 Maggio 2025 - 21:50
La mandragola di Harry Potter
Non usano parole, né movimenti evidenti, ma le piante comunicano. Quando sono stressate, disidratate o danneggiate, emettono ultrasuoni simili a piccoli scoppiettii, segnali invisibili all’orecchio umano, ma udibili da alcuni animali.
Uno studio rivoluzionario dell’Università di Tel Aviv, pubblicato su Cell, ha dimostrato che pomodori e tabacco producono tra 30 e 50 suoni all’ora quando si trovano in condizioni di disagio. Questi suoni sono percepiti da topi, falene e pipistrelli, che potrebbero usarli per orientarsi e interagire con l’ambiente. Le piante, spesso considerate organismi silenziosi, non sono mute. La loro capacità di emettere suoni ultrasonici potrebbe rappresentare un meccanismo evolutivo per segnalare il pericolo, creando interazioni inaspettate tra il regno vegetale e quello animale. Gli scienziati ipotizzano che questi suoni di stress potrebbero influenzare il comportamento degli insetti, spingendoli a evitare piante malate o, al contrario, ad avvicinarsi per trarre vantaggio da un organismo indebolito.
Questa scoperta ha implicazioni ecologiche e agronomiche significative. Se i suoni delle piante sono indicatori precisi del loro stato di salute, potrebbero essere utilizzati per monitorare coltivazioni e anticipare problemi di stress idrico, attacchi parassitari o malattie. Attraverso sensori acustici avanzati, gli agricoltori potrebbero intervenire in tempo reale, migliorando la resa delle colture e riducendo il consumo di acqua. Questa ricerca apre la strada a nuovi studi sul linguaggio delle piante e sulla loro capacità di adattarsi e interagire con l’ambiente circostante.
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