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Happy Birthday
14 Maggio 2025 - 13:20
Il 14 maggio 1944, a Modesto in California, nasceva uno dei visionari cinematografici che ha segnato e ispirato, e continua ancora oggi, intere generazioni a sognare ma anche ad aprire gli occhi e le menti: George Lucas.
Oggi, 14 maggio 2025, Lucas compie 81 anni e con lui festeggia il mondo del cinema, il quale rende omaggio a un autore che ha riscritto le regole dell’immaginario collettivo. Autore, regista, produttore, innovatore, Lucas ha saputo trasformare le sue passioni in narrazioni universali, creando alcuni dei mondi più iconici della settima arte: da Star Wars a Indiana Jones, dalla rivoluzione degli effetti speciali a quella della narrazione stessa.
Lucas cresce in California con un sogno: correre in auto. Ma un grave incidente a 18 anni cambia per sempre il suo destino. Si iscrive alla University of Southern California per studiare cinema, dove entra in contatto con altri giovani talenti della cosiddetta “New Hollywood”, tra cui Francis Ford Coppola e inizia a coltivare una visione fortemente personale, fatta di simbolismi, richiami mitologici, critica sociale e immaginazione.
Il tutto mentre l'America era in pieno coinvolgimento nella guerra del Vietnam. Lucas, dichiaratamente pacifista, viene inizialmente selezionato per il servizio militare, ma viene riformato per problemi di salute — in particolare a causa del diabete. Quell’evento, unito al contesto politico dell’epoca, lo segna profondamente: Star Wars, anni dopo, sarà anche una metafora della guerra, dell’imperialismo e delle resistenze popolari, ispirata proprio alle tensioni vissute in quegli anni.
George Lucas dietro le quinte di Star Wars
Dopo il successo di American Graffiti (1973), la sua carriera cambia per sempre con l’uscita di Star Wars nel 1977 che arriva al cinema e diventa un fenomeno mondiale. Ma dietro la galassia immaginaria si nasconde una struttura narrativa fortemente ispirata alla politica e alla storia reale. Star Wars, infatti, non è solo una space opera: è anche una critica al potere assoluto, ispirata ai totalitarismi del XX secolo e all’imperialismo americano.
Lucas stesso aveva dichiarato che i ribelli della saga sono ispirati ai Viet Cong, mentre l’Impero riflette le paure di un’autorità oppressiva e corrotta. Il personaggio di Palpatine, ad esempio, nasce come riflessione sull’ascesa dei dittatori, ma anche come avvertimento sulle derive autoritarie delle democrazie.
La saga, che molti considerano una moderna mitologia, è anche una riflessione sulle fragilità della democrazia e sui pericoli del potere assoluto. Il declino della Repubblica e l’ascesa dell’Impero raccontano quanto sia facile perdere la libertà in nome della sicurezza. “La storia non si ripete, ma spesso fa rima”, ha detto Lucas, facendo di Star Wars uno specchio del nostro tempo.
George Lucas e Mark Hamill (Luke Skywalker) durante le riprese di 'Star Wars: Una Nuova Speranza'
Lucas non ha solo creato un mondo, ma anche gli strumenti per raccontarlo. Con Industrial Light & Magic ha trasformato gli effetti speciali. Con THX ha migliorato l’esperienza sonora e con Lucasfilm ha dato vita a una delle industrie più influenti di sempre. La sua impronta è ovunque, anche dopo la cessione a Disney nel 2012.
"Nessuno ci credeva": quando propose Star Wars ai produttori, nessuno voleva finanziarlo. La Fox accettò a patto che Lucas rinunciasse a parte del suo cachet in cambio dei diritti sul merchandising. Fu una mossa considerata folle... che lo rese miliardario.
Una scommessa con Spielberg: durante una vacanza a Hawaii, mentre Star Wars stava per uscire, Lucas era convinto che sarebbe stato un flop. Steven Spielberg, invece, scommise che sarebbe andato benissimo. Lucas, per gioco, gli offrì il 2,5% degli incassi in cambio del 2,5% di Incontri ravvicinati del terzo tipo. Spielberg ancora oggi incassa da Star Wars.
Yoda e Kurosawa: Lucas ha ammesso di essersi ispirato profondamente al cinema giapponese, in particolare ad Akira Kurosawa. Il personaggio di Obi-Wan Kenobi ricorda i maestri samurai, e persino il nome Jedi deriva dai jidaigeki, i film storici giapponesi.
Un’altra saga rifiutata: Lucas rinunciò alla regia di Il ritorno dello Jedi per concentrarsi sulla produzione... e perché era esausto. La sua visione originale era molto più cupa, con Luke che prendeva il posto dell’Imperatore. La Disney, decenni dopo, riprenderà (almeno in parte) quel concetto.
George Lucas e Hayden Christensen dietro le quinte di 'Star Wars: La Vendetta dei Sith'
Parallelamente a Star Wars, George Lucas dà vita – insieme all’amico Steven Spielberg – a un altro gigante dell’immaginario collettivo: Indiana Jones. Nato dal desiderio comune di omaggiare i serial d’avventura degli anni '30 e '40, I predatori dell’arca perduta (1981) si rivela subito un successo planetario. Archeologo, avventuriero e antieroe, Indiana Jones è una figura profondamente americana ma al tempo stesso universale, capace di incarnare il gusto per l’esplorazione e la sete di conoscenza.
Ma Lucas è anche il pioniere di una vera rivoluzione tecnologica. Fondando Industrial Light & Magic (ILM), ha elevato gli effetti visivi a linguaggio artistico. ILM non solo ha rivoluzionato il modo di fare cinema, ma ha formato generazioni di tecnici e creativi, da Jurassic Park a The Avengers, passando per Harry Potter. La sua azienda ha fissato nuovi standard nell’uso del digitale, della CGI e del motion capture, anticipando l’era del blockbuster contemporaneo.
Con THX, Lucas ha inoltre definito una nuova qualità nella riproduzione audio, garantendo un'esperienza cinematografica più immersiva e precisa. Ogni dettaglio, dalla qualità del suono alla nitidezza dell’immagine, è stato per lui fondamentale per trasportare lo spettatore “in un’altra realtà”.
Oggi, mentre compie 81 anni, George Lucas resta un faro per il mondo del cinema e della narrazione. Non dirige da anni, ma la sua influenza è più viva che mai: dalla serialità contemporanea (come The Mandalorian, Andor o Ahsoka, nate dall’universo che lui ha creato e dalle mente del suo padawan Dave Filoni, Jon Favreau e Tony Gilroy), all’immaginario collettivo plasmato dalla sua visione.
La sua capacità di fondere intrattenimento, mitologia, etica e politica ha dato forma a opere che non solo appassionano, ma interrogano, educano e ispirano. In tempi di conflitti, crisi e trasformazioni, le sue storie continuano a parlare a pubblici di ogni età, e forse anche a ricordarci una cosa semplice ma cruciale: che l’immaginazione può essere una forma di resistenza.
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