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Ambiente

Foresta amazzonica: il punto di non ritorno è vicino. Potrebbe sparire nei prossimi 15 anni

Con il 17% del territorio già distrutto, la deforestazione continua a un ritmo preoccupante, mettendo a rischio il clima globale e la biodiversità

Foresta Amazzonica: il punto di non ritorno è vicino. Potrebbe sparire nei prossimi 15 anni

Immagine di repertorio

La foresta amazzonica, uno degli ecosistemi più ricchi e complessi del pianeta, è vicina al collasso. Studi scientifici rivelano che il bacino amazzonico potrebbe attraversare un punto di non ritorno nei prossimi 15 anni, rischiando di trasformarsi progressivamente in una savana arida incapace di sostenere la biodiversità attuale.

Nel corso degli ultimi decenni, oltre il 17% della superficie dell’Amazzonia è stata distrutta. Secondo i dati rilasciati dall'Instituto Nacional de Pesquisas Espaciais (INPE), nel 2023 il tasso di deforestazione in Brasile ha visto un aumento del 55% rispetto all’anno precedente, nonostante gli sforzi internazionali per proteggere la foresta e le promesse di tutela ambientale.

Le cause principali della deforestazione sono molteplici. L’espansione dell’agricoltura industriale, in particolare per coltivazioni di soia e allevamenti bovini, l'estrazione illegale di minerali, gli incendi dolosi e la costruzione di infrastrutture non regolamentate contribuiscono in modo diretto alla distruzione del polmone verde del pianeta. Non solo la biodiversità viene minacciata (la foresta ospita infatti oltre il 10% delle specie conosciute al mondo) ma anche la funzione climatica vitale che l’Amazzonia svolge a livello globale.

La foresta amazzonica è fondamentale per la stabilità del clima terrestre, in quanto immagazzina circa 123 miliardi di tonnellate di carbonio. La perdita di questa capacità di stoccaggio del carbonio rappresenterebbe un colpo durissimo per l’intero equilibrio climatico globale. Inoltre, il rischio maggiore è che l’Amazzonia entri in un processo di autoalimentazione del degrado: se la distruzione della foresta supera una soglia critica (stimata tra il 20% e il 25%), il sistema forestale non sarà più in grado di rigenerarsi, avviando irreversibilmente un processo di “savanizzazione”. Questo cambiamento influenzerebbe i regimi di pioggia in tutta l’America Latina e avrà impatti devastanti sull’agricoltura e sull’approvvigionamento idrico in vaste aree del continente.

Le organizzazioni internazionali, la comunità scientifica e le popolazioni indigene stanno chiedendo azioni urgenti e coordinate per fermare la deforestazione e invertire i danni. Tra le misure necessarie, si evidenziano il rafforzamento delle aree protette, la repressione delle attività illegali legate all’estrazione e agli incendi, il sostegno alle economie forestali sostenibili e la riduzione del consumo globale di prodotti legati alla deforestazione. 

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