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15 Maggio 2025 - 19:05
Archiviare correttamente i documenti non è solo un’abitudine prudente, ma un’azione fondamentale per tutelarsi nel futuro. Alcuni file devono essere custoditi gelosamente, per evitare problemi legali, fiscali o amministrativi. Ecco quali sono i principali documenti da conservare per almeno dieci anni e perché mantenerli disponibili.
Se hai stipulato un mutuo o un finanziamento, è necessario conservare tutti i documenti relativi fino a dieci anni dopo il termine del contratto, inclusi:
Il contratto firmato
Le ricevute di pagamento
Ogni documento ufficiale relativo al prestito
Se invece la richiesta di finanziamento è stata rifiutata o annullata, i documenti possono essere conservati per un periodo più breve, circa tre mesi.
Gli atti notarili di compravendita, l’atto di proprietà, la dichiarazione di successione e l’accettazione dell’eredità sono documenti essenziali per dimostrare la proprietà di beni immobili e dovrebbero essere conservati a tempo indeterminato.
Anche le certificazioni degli impianti e le sanatorie edilizie devono restare archiviate almeno dieci anni dopo la vendita dell’immobile, per dimostrare la conformità delle opere realizzate.
Conservare i referti medici per almeno dieci anni è utile per diversi motivi:
In caso di errore medico, possono servire per richiedere un risarcimento.
Permettono di ricostruire la propria storia clinica, soprattutto per malattie croniche.
Possono essere fondamentali per un secondo parere medico.
Le bollette della luce che includono il canone Rai devono essere conservate per dieci anni, perché in caso di contestazione da parte dello Stato, il contribuente deve dimostrare di aver pagato regolarmente l’imposta. Se non si dispone di queste ricevute, si potrebbe rischiare di dover pagare due volte.
Quando si effettua un pagamento per un acquisto o un servizio, è bene custodire la fattura per almeno dieci anni.
Ad esempio, se hai acquistato una cucina, ma il negozio sostiene di non aver ricevuto il pagamento, potresti dimostrare il contrario conservando la fattura quietanzata o una ricevuta elettronica.
Se il pagamento è stato effettuato con strumenti tracciabili (bonifico, carta di credito, bancomat), la ricevuta potrebbe non essere necessaria, ma è sempre consigliabile archiviare la conferma elettronica.
Le sentenze emesse da un giudice devono essere archiviate per almeno dieci anni, perché dopo tale periodo si perde il diritto di far valere ciò che è scritto nel documento. Alcuni atti, invece, dovrebbero essere conservati per sempre, come:
Divorzio e separazione
Affidamento dei figli
Cambio di cognome
Anche se alcune informazioni sono registrate nei documenti ufficiali del Comune, i dettagli fondamentali potrebbero non essere facilmente reperibili in futuro.
Le imposte locali, come IMU, TASI e TARI, possono essere richieste dal Comune fino a dieci anni dopo il pagamento. Se sorge una contestazione, avere le ricevute a disposizione permette di dimostrare di essere in regola e evitare richieste indebite.
Le polizze vita e i documenti assicurativi devono essere conservati almeno dieci anni dopo la chiusura del contratto, perché potrebbero servire per richiedere rimborsi o chiarire situazioni pendenti.
Se la polizza è stata inserita nella dichiarazione dei redditi per ottenere agevolazioni fiscali, le ricevute di pagamento vanno archiviate per almeno cinque anni.
Gli estratti conto di banca e carta di credito devono restare consultabili per dieci anni, come previsto dal Testo Unico Bancario. Questo permette di:
Dimostrare la tracciabilità di pagamenti e bonifici
Gestire eventuali contestazioni o frodi
Ritrovare transazioni importanti
Anche le banche devono mantenere traccia dei movimenti per almeno dieci anni, quindi i clienti possono sempre richiedere documentazione relativa ai loro conti.
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